
Se ne è andato Maurizio Mosca. Aveva poco meno di 70 anni (nato il 24 giugno 1940). Da un po' il suo volto un tempo rubicondo lasciava trasparire chiaramente i segni della sofferenza.
Mosca è il giornalista che leggevo, quando dirigeva Supergol, negli anni delle scuole elementari e medie.
Non posso non ricordarlo come esponente di un giornalismo nuovo, spettacolaristico e un po' mascherato (celebre la sua toga all'Appello), caciarone e sensazionalistico, ad uso e consumo delle nuove emittenti emergenti. Una pietra miliare resterà sempre il suo Calciomania, su Italia Uno, trasmesso a cavallo dell'anno mondiale 1990.
Lo considero personaggio più che giornalista, esponente di rilievo della decadenza di una nobile professione come quella del commentatore sportivo, che negli anni si è trasformata da asettica presenza descrittiva a crescente figura da primadonna, al punto da rendere una notizia tale "perchè l'ha detta Tizio" e non per la sua reale portata.
Pensando a cosa hanno poi generato le tv locali il rimpianto c'è, ed è grande, per un intrattenitore calcistico delle mie giornate infantil-adolescenziali, quando quel suo calcio prendeva progressivamente il posto di Bim Bum Bam.
Ciao Maurizio
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