venerdì 30 aprile 2010

Azzurra '83, dentro il mito

Ieri ho avuto la possibilità di salire su Azzurra '83, la mitica imbarcazione protagonista della prima partecipazione italiana all'America's Cup ad inizio anni '80. Lo considero uno degli eventi sportivi più emozionanti che mi siano capitati nella vita.

Dopo il restauro nel cantiere Maxi Dolphin di Erbusco ora Azzurra - di proprietà dello yacht club Costa Smeralda - sarà esposta nel week end al Navigami. Ne ho parlato oggi su Bresciaoggi.


giovedì 29 aprile 2010

Ripartire in Ferrari

Devo dire che l'onorevole Pierangelo Ferrari (Pd) sto imparando a conoscerlo un po' alla volta attraverso il suo blog.

Al di là del sarcasmo che usa sul provvedimento "casco obbligatorio per tutti i ciclisti", riporto qui un passaggio importante della sua giornata parlamentare: il Governo ha bocciato l’estensione da dodici a diciotto mesi della cassa integrazione ordinaria, provvedimento che stava per passare grazie all'intervento trasversale di maggioranza e opposizione.

mercoledì 28 aprile 2010

Switch off. L'occasione buona per non riaccendere la tv



Oggi mi è arrivato un comunicato Telecom (in coda a questo pezzo), che mi permette di ribadire la mia "scelta di vita". Lo switch off (ovvero il passaggio al digitale terrestre) in Lombardia per me sarà veramente OFF: ovvero l'occasione per togliere un elettrodomestico ormai inutile da casa mia. Dopo aver anche disdettato Sky grazie al decreto Bersani del 2007.

NOTA STAMPA TELECOM ITALIA: PARTE IN LOMBARDIA L’OFFERTA IPTV PER IL PASSAGGIO AL DIGITALE TERRESTRE

In vista dello switch over per il passaggio al digitale terrestre, previsto per la Lombardia a partire dal 18 maggio, il servizio IPTV di Telecom Italia diventa ancora più conveniente e si propone come la soluzione più facile e completa per fruire della TV digitale. Grazie ad un unico decoder collegato al televisore è possibile scegliere con facilità tutti i canali in chiaro del Digitale Terrestre, canali televisivi premium e on demand tra film, serie TV, musica, intrattenimento, informazione, contenuti per bambini e servizi web interattivi personalizzati.

La caccia, i calendari, la passione

Riporto con piacere un rapido scambio di email con un lettore di Bresciaoggi.it che ha voluto approfondire il tema dei giorni in più in calendario. Approfondisce l'argomento, anche con un po' di colore che non guasta mai e tanta passione. Il riferimento è al mio pezzo di due giorni fa su Bresciaoggi (che ho riportato anche qui e che fa seguito al dibattito successivo a questo post e alla mia intervista al senatore Franco Orsi).

Il giorno 27 aprile 2010 18.25, Maurizio Balducci ha scritto: Voglio sperare che nessuno la chiami per aver avvistato un nido di vacca su un leccio per poi pubblicarglielo. Non dico che il paragone sia uguale maa il concetto si, e ora le spiego. Se la decade di Febbraio con tutti gli annessi e connesi prenderà vita, sappia che i giorni di caccia, vista la legge 157, sono 6 che spettano ad ogni cacciatore. Perché ogni settimana, togliendo il divieto del Mar e Ven, su 5 giorni rimasti se ne possono usufruire a scelta solo 3. E visto che questo giochino di aumentare le giornate di caccia, (che non sono 9 ma 7 disponibili) da parte di molti giornalisti e politici, per far credere all'opinione pubblica chissà quale vantagio sarà dato ai cacciatori, gli pongo il problemino: lei ha 5 gnocche disponibili per settimana, ne può scelgiere a piacere solo tre, (non faccia il furbo perchè si parla di una al giorno) il martedi e il venerdi si riposano tutte, quante trombate si fa in 7 giorni? Tre e quindi 6 per la decade di febbraio!

Il giorno 27 aprile 2010 21.45, Giovanni Armanini ha scritto:Ho apprezzato troppo (e condiviso) il tono della sua risposta per non replicare alla sua mail (di cui la ringrazio). nel mio pezzo ho cercato solo di fotografare la situazione attuale. lei ha totalmente ragione sul discorso dei giorni in più. in italia dobbiamo fare i conti con degli animalisti idioti che non sanno cos'è l'ambientalismo. le richiamo solo quello che per me è il principio chiave di questo passaggio in parlamento: "Intanto il passaggio della Legge comunitaria permetterà di far passare il principio secondo cui il calendario venatorio non è più esclusiva competenza della politica". Sarà una vittoria di Pirro, ma da oggi secondo me qualcosa cambia...

Il giorno 28 aprile 2010 11.50, Maurizio Balducci ha scritto:La ringrazio della risposta e non é poco in una società dove il cittadino (specie nei media o meglio, di chi ci lavora) non viene mai ascoltato. Vorrei solo aggiungerle una cosa su quest'articolo 43 che tanto polverone ha alzato, per non parlare che sono 9 anni che qualcuno per interessi personali politici sta sconvolgendo il nostro mondo. Primo non ha portato nessun vantaggio ai cacciatori anzi, perché prolungare la caccia per pochissimi giorni a 4-5 specie appartenenti solo agli anatidi si rischia la chiusura anticipata per 12 specie di animali molto prima del 31 gennaio se all'Europa dobbiamo allinearci. Secondo, non facciamo lo sbaglio di 2 anni fa, dove molti dissero che i verdi o animalisti intransigenti erano stati spazzati via dal Parlamento, perché esistono negli enti locali. Quindi, é vero ciò che dice, che la politica non avrà più l'esclusiva delle competenze sul calendario venatorio, ma quella di Regioni e Province lei come la chiamerebbe? Comunque chiudo e la ringrazio ancora del tempo dedicatomi, aggiungendo solo che sarebbe bastato anni fa prendere la 157/92 e applicarla in toto, cambiare una manciata di articoli, riperimetrare certe aree protette, restituire alla caccia quei piccoli santuari gestiti da certe Ass. Ambientaliste (mal tenute, non d'interesse naturalistico ma dove seguitano a percepire stanziamenti dai cittadini) togliere il porto d'Armi per un tott di anni per chi "delinque" (no depenalizzare le pene) e il gioco era fatto. Calcolando che questo tipo di legge che si vuol cambiare, compreso l'art. 43, non sta bene al 75% dei cacciatori, e glielo dice uno che ne ha giornalmente "sotto Pc" in due liste più di 500 di cacciatori-listaioli.

Matrimoni e disastri



Lento, banalotto, non troppo brillante. Salvato dai due attori principali: Fabio Volo finalmente in un personaggio che non è il suo personaggio (e che gli riesce bene), una Margherita Buy scandalosamente sexy nella parte dell'appetibile zitella travolta dagli eventi. Un cast secondo me superiore alla storia che va in scena, con un tentativo di colpo di scena poco sviluppato...

Stavolta il mio passatempo cinematografico nel giorno di riposo non arriva alla sufficienza complessiva.





martedì 27 aprile 2010

Caccia, stavolta dico la mia



Ieri ho cercato di ricostruire (in un pezzo pubblicato oggi da Bresciaoggi) le posizioni dei politici bresciani a proposito del recente voto parlamentare che ha allargato. Dopo il mio post su questo blog pubblicato nei giorni scorsi il Pd ha deciso di spiegare pubblicamente la sua posizione in una conferenza stampa. Nel frattempo sono arrivati anche gli approfondimenti di Pdl e Lega.

L'impressione è che su argomenti trasversali come la caccia sia difficilissimo dare un quadro preciso e concreto, divisi come siamo tra pregiudizi ecologisti, riformismo necessario, equilibrismi e comode strumentalizzazioni.

Il tema non sarà mai affrontabile in maniera corretta se non a partire dalla valutazione fatta da Coldiretti nei giorni scorsi sui danni (stimati in 100 milioni di euro l'anno) causati dalla fauna selvatica. In altre parole: la caccia va regolamentata perchè vi è necessità di un approccio culturalmente preparato all'attività venatoria, ma al contempo va riconosciuto il ruolo ambientale che la stessa caccia ha. L'ambientalista vero oggi dovrebbe essere il primo a spingere per una riforma forte, garantista ma ferma nel sanzionare le irregolarità. Un intervento nell'interesse del territorio da salvaguardare.

Solo entrando in questa logica sarà possibile aprire un dibattito senza pregiudizi. Fin qui l'impressione che ho avuto è la seguente:
- il Pd ha raggiunto una mediazione molto sofferta per il permanere all'interno di una lobby ambientalista forte a cui rendere conto, ragion per cui difficilmente la posizione assunta sul recepimento della Legge Comunitaria sarà replicata in tema di riforma complessiva
- il Pdl è uno stato di sostanziale immobilismo, chiuso tra l'anima femminile-ambientalista del partito (Prestigiacomo, Brambilla...) e le necessità elettorali di chi pesca i voti nei feudi della caccia (Brescia, Toscana...). Viviana Beccalossi auspica di arrivare ad una riforma complessiva, ma il relatore al Senato, Franco Orsi, ha già preannunciato che l'obiettivo sarà quello tutt'al più di arrivare a metter mano a qualche situazione specifica (dopo il provvedimento sul calendario che già ha spaccato il Pdl).
- la Lega ha assunto una posizione oltranzista che bypassa totalmente i contenuti, abbastanza isolata sia a livello nazionale che europeo
- per il resto le posizioni dell'arco costituzionale (a partire dalla doppiezza dell'Idv) sono dettate soprattutto da un calcolo di convenienza estemporaneo e poco approfondito

Non credo che a rischio sia l'economia del settore armiero, c'è tuttavia la necessità, questa si bipartisan, di fare più chiarezza sul tema ed uscire dalle ideologie che rischiano di compromettere un tema sul quale abbondano le speculazioni a tutto scapito della cultura e del coraggio delle idee.

Il passaggio fondamentale mi sembra questo: (cito dal mio articolo) Intanto il passaggio della Legge comunitaria permetterà di far passare il principio secondo cui il calendario venatorio non è più esclusiva competenza della politica.

lunedì 26 aprile 2010

Brescia e il web 2.0. Eppur si muove: ecco "Calesita"

Ogni tanto qualche segnale "2.0" anche a Brescia.



L'ultimo in ordine di tempo è quello di Calesita, un'azienda sudamericana commercializzata in Italia dalla Sicos di Castelcovati di cui tempo fa avevo scritto la storia. Una bella vicenda imprenditoriale familiare, con storie di emigrazione e legami che rimangono nel tempo fra parenti di diverse generazioni.

L'idea interessante, tutta da sviluppare, è quella di un blog che anzichè fare comunicazione di prodotto proverà (questo almeno sembra trasparire) a dialogare con i potenziali clienti. Lo si capisce meglio entrando nello specifico: l'azienda fa giocattoli per bambini molto piccoli, l'idea comunicativa (della freelance bresciana Ilaria Dondi) è quella di fare un blog orientato ai genitori puntando a stabilire con loro un contatto comunicativo. I primi post sono stati ad esempio: "Come comportarsi di fronte ai capricci del bambino?" "Essere genitori consapevoli".

Un piccolo ma significativo segnale, in un tempo in cui ancora l'idea prevalente fra gli imprenditori è quella che si parli della propria azienda il meno possibile, ma che il marchio sia bello grande e in risalto...

Update: intanto mi è stata anche segnalata la buona riuscita del convegno dei gironi scorsi al museo Mille Miglia con una cinquantina di piccoli imprenditori sui modelli organizzativi.

venerdì 23 aprile 2010

Associazioni di categoria

Ogni tanto ritorna il tema della rappresentanza unica delle piccole imprese. Ma ho sempre più l'impressione che dirlo alla stampa anzichè ai diretti interessati sia ormai il metodo migliore per non essere attaccabili e rimanere immobili...

Lo hanno detto anche:
il vicepresidente nazionale di Confesercenti, Piergiorgio Piccioli
il presidente della Camera di commercio, Franco Bettoni

Considerando che in Cdc a Brescia stanno tutti nella maggioranza viene da chiedersi quale sia l'ostacolo..

Nuova sede del Comune di Brescia. Who Cares?





L'uomo nell'ombra

Ammetto che a volte faccio scelte un po' autoreferenziali. E questa volta sono andato a vedere "L'uomo nell'ombra" di Roman Polanski solo perchè il protagonista è un ghostwriter. Ed allora sapevo che avrei potuto immedesimarmi (o almeno provarci).

Film coinvolgente, che parte in sordina e cresce di intensità. Più che un thriller una spy story molto contemporanea, senza troppi fronzoli polizieschi e con una trama lineare e coinvolgente.

E poi a me piaceva troppo il protagonista Ewan McGregor che in questa pellicola mi ricorda in tutto e per tutto il mio amico Christian.

Consigliato a tutti, a Christian (gli ho già mandato un messaggio su Facebook) e anche agli amanti di Sex and the City: potranno ammirare una Kim Cattrall (Samantha) in versione "algida amante dell'ex capo di stato" davvero affascinante.





giovedì 22 aprile 2010

La legge di Murphy del web

Una cosa a cui avevo sempre pensato, ma che Gianluca Neri (in una intervista doppia con Luca Sofri su Wired) ha saputo focalizzare bene.

Descrivi in massimo 10 parole il concetto di viral marketing

GN: Una cosa cui centinaia di migliaia di agenzie pubblicitarie al mondo tendono, senza riuscire ad essere minimamente virali. Chi ci riesce è perché ha avuto una buona idea e non pensava a quanto successo avrebbe potuto raccogliere.


Ecco secondo me questo è esportabile a tutto ciò che è di successo in Internet.

Legge sulla caccia, basta luoghi comuni



La pochezza della nostra classe politica si manifesta ogni volta che si va ad un intervento concreto. Da bresciano mi sono appassionato al dibattito sulla caccia ed alla ipotesi di riforma. Durante l'ultima Exa ho avuto l'opportunità di intervistare il relatore Franco Orsi (senatore PdL).

Fra i temi più scottanti la questione del calendario. In sintesi: con il voto favorevole di larga parte del Pdl e tutto il Pd (la Lega e l'Idv erano contrari), la Camera ha approvato un emendamento della Commissione al disegno di legge Comunitaria 2009 che consente un allungamento massimo di 10 giorni - «non oltre la prima decade di febbraio» - alle regioni che ne facciano richiesta, previo un parere preventivo e vincolante dell'Ispra a cui le stesse regioni dovranno attenersi. L'emendamento, su cui il governo si era rimesso all'Aula, è passato con 349 sì, 126 no e 32 astenuti. Secondo gli osservatori, le specie cacciabili in quel periodo sarebbero ridotte a tre o quattro (gallinella d'acqua, folaga e forse allodola) e tra i 5 e i 6, alla fine, i giorni effettivi di attività venatoria, considerando anche i giorni di silenzio venatorio, tradizionalmente il martedì e il venerdì. Stop invece per quanto riguarda la possibilità di anticipare la stagione.

A me il pragmatismo di Orsi era piaciuto: chiede adeguamenti alle normative europee, invoca una mediazione con l'opposizione, ammette di non avere tutto il partito dalla sua parte, afferma in maniera molto concreta che bisogna giungere alla mediazione migliore possibile, infine si dice pronto ad un intervento specifico qualora una corposa riforma non sia possibile.

Nei giorni scorsi avevo chiesto lumi ad Aldo Rebecchi (Pd, presidente anche del Banco di prova delle armi di Gardone Valtrompia) sulle posizioni della sinistra. Era stato evasivo e fondamentalmente poco informato.

Credo che i tanti cacciatori bresciani dovrebbero essere informati sul fatto che la legge sulla caccia è passata grazie ai voti Pd. Ma il Pd bresciano non lo farà.

Per ora mi accontento delle considerazioni di Pierangelo Ferrari sul suo blog (la prego, onorevole, tolga quella musichetta da salotto per bene che parte ad ogni connessione!). Anche se Ferrari sostanzialmente rivendica un voto vicino alle esigenze degli animalisti e attacca la Lega "di caccia e di governo" (pare che i voti lui li debba andare a prendere in Amazzonia, non nelle valli bresciane... ma forse ho capito male io). Ma il parlamentare bresciano sembra, in quello che scrive, orientato più a parlare di maggioranza divisa che a tornare sul territorio a parlare della riforma fatta. Ora gli manderò una mail (un'altra) per vedere se mi concede un approfondimento in materia.

Intanto quindi è stato sconfessato (lo dico per chiarezza, perchè mi piace verificare le dichiarazioni che registro soprattutto se da parte dei politici) il senatore Orsi laddove affermava con campanilismo politico che Esiste una componente significativa nel Pdl che non condivide il processo di riforma: è un pluralismo che se fosse generalizzato potrebbe produrre un confronto migliore. Purtroppo l'opposizione, a partire dal Pd ha alzato le barricate. Ebbene quelle che lui chiama barricate hanno permesso alle sue idee di passare. Finora Orsi sembra doversi guardare molto più dal fuoco amico...

Il sottile confine tra localismo e qualunquismo

Tra i blog che seguo una interessante esperienza è certamente quella di Parlabrescia.it, curato da Officina della città, iniziativa politica di Francesco Onofri, che fu candidato sindaco all'ultima tornata elettorale.

In genere i post si caratterizzano non tanto per le opinioni quanto per l'apertura al dialogo. Lo stile è quello del forum, più che del blog: si pone un quesito e si chiedono commenti.

Iniziativa a suo modo originale.

Tuttavia non mi ha convinto l'attacco del pezzo sul caso-Emergency in Afghanistan. Il nostro blog, a vocazione civica e locale, non si era occupato del caso di politica internazionale dell’arresto dei tre operatori di Emergency in Afghanistan. Anche perché le polemiche che ne erano scaturite stavano alzando impropriamente i toni in una vicenda, in cui sembrava tra l’altro doveroso per tutti invece lasciare che la diplomazia facesse il suo lavoro senza clamori.

Sinceramente il tono mi sembra quello giustificatorio di chi, essendo arrivato fuori tempo massimo, va in cerca di alibi, tira un sospiro di sollievo affermando qualunquisticamente che "tutto è bene quel che finisce bene" (così, per caso). Se così deve essere: meglio il silenzio.

E non nascondiamoci: quel che finisce bene insegna forse qualcosa di potenzialmente positivo, ma non è un ipocrita "bene" a priori.

Non mi interessa qui una polemichetta inutile con parlabrescia.it ma capire ed analizzare alcuni passaggi riflettendo su ciò che è utile fare attraverso i blog ed i media in generale.

1. Mi chiedo cosa sia la vocazione civica e locale, invocata all'inizio del post con tono quasi giustificatorio. Come se il localismo rendesse Off topic (fuori contesto) la vicenda afghana. Passi per la brescianità del dottor Garatti, facile brescianizzazione della vicenda, ma cosa sta dietro quel "civica"? Non si tratta forse di un caso di diritti e di civiltà? Di quelli che si possono anche e soprattutto imparare lontano dallo zerbino di casa? O il civismo è un valore basato anche su confini geografici? Forse una pratica isolata e decontestualizzata dai diritti di tutti, proprio perchè localista?
2. Cosa significa affermare che le polemiche stavano alzando impropriamente i toni della vicenda? Si anela all'amor del quieto vivere? Si auspica forse che una giustizia divina agisca di volta in volta per il meglio, senza attivismo "civico" appunto? Si vogliono forse giustificare indirettamente i casi di mancata solidarietà?
3. E quale è infine il significato dell'auspicio che "la democrazia faccia il suo lavoro senza clamori", oltre ad un eccesso di considerazione per quello che può essere i brusio di un blog che esprime il proprio pensiero?

Tutta questa vicenda asseconda un approccio morbido ad una questione, e quindi giustifica la sua stessa politicizzazione.

Il problema della decadenza politica è proprio questo: la confusione tra le regole ed il merito dei problemi per questioni di campanile. Non riconoscere più l'una e l'altra situazione, semplicemente, fa cadere in un improduttivo qualunquismo che trasforma le battaglie per i diritti di tutti in conflitti di posizione, facendo sconfinare la moderazione dal metodo (evitare il muro contro muro) all'idea.

sabato 17 aprile 2010

Un cubo buono per tutte le braghe



A forza di parlarne questo cubo comincia a piaciucchiarmi.

In realtà ciò che penso (e che potrei esportare un po' a tutta la politica locale) l'ho scritto nelle prime righe del pezzo di oggi "Ciò che manca, per ora, è un'idea d'insieme che faccia chiarezza sul futuro di una zona del centro storico con alta presenza di immigrati, in cui ci sono due facoltà universitarie (Economia e Giurisprudenza) e che a detta di tutti (anche dell'architetto Giuliano Venturelli, che del cubo bianco è l'ideatore) va riqualificata e ricontestualizzata: politiche abitative, servizi, commercio, mobilità e, perchè no, nuove architetture". E se c'è, questo piano complessivo, è comunicato male.

Penso sia nell'interesse della maggioranza fare chiarezza, fino ad allora chiunque potrà sentirsi legittimato a mettere carne al fuoco o ad improvvisarsi architetto.

venerdì 16 aprile 2010

Il sottile confine tra anonimo e benefattore



Per essere un anonimo benefattore Silvano Lancini è uno che dal punto di vista dei tempi e della comunicazione non ha nulla da imparare.

Lavoro e crisi

Oggi Sebastiano Zanolli nel suo blog, spiega in tre storie quello che io banalizzando dico ogni tanto quando faccio notare che: "c'è così tanta gente che si accontenta di mille euro al mese senza puntare ad avere di più da rifiutare anche i piccoli lavori da 250 euro".

Questione di priorità



Metilparaben ci fa notare che a Adro non c'erano i soldi del Comune per la mensa dei bambini, ma nel 2006 il sindaco leghista Danilo Oscar Lancini (sempre lui) fu promotore di una taglia sui clandestini di 500 euro a persona come bonus per la polizia locale (una taglia da far west? nooooooo).

Quando si dice, risolvere le priorità...

Il blogger Marco Toresini come sempre approfondisce alla grande e merita di essere letto.

giovedì 15 aprile 2010

Lo strano caso di Mario Pezzotti: prete, bresciano e pedofilo



Antefatto: l'Associated Press (agenzia di stampa Usa) sta cercando in giro per il mondo alcuni religiosi accusati di abusi sessuali su bambini in 21 Paesi del mondo. Ha trovanto trenta storie di persone che, nonostante le accuse circostanziate delle vittime, hanno continuato a lavorare con i minori, in alcuni casi sfuggendo la legge degli Stati in cui avevano commesso i reati.

Tra i casi in esame quello di don Mario Pezzotti, prete bresciano (saveriano, oggi ha 75 anni) condannato nel 1993 al pagamento di 175mila dollari (i fatti risalivano al 1959).

Per punizione il bresciano venne inviato in Amazzonia dal '70 al 2003 (dove si faceva allegramente fotografare con i bambini del villaggio - vedi sopra - in immagini che venivano poi pubblicate sul bollettino parrocchiale...).

Tra i più agguerriti sul caso c'è il blog dell'associazione Prometeo: qui trovate tutti i post sul caso, che è già arrivato anche su Facebook in "Informare per resistere".

Prometeo, attraverso il suo presidente Massimiliano Frassi, chiede che si intervenga su di lui, ridicendolo allo stato laicale. Da agnostico mi sembra una presa di posizione debole, che tuttavia (vista la consistenza del caso) suggerisce un attento controllo sulla gestione dei casi all'interno della stessa organizzazione ecclesiastica. Ma è una prima impressione a caldo, essendo in fase di approfondimento personale non aggiungo altro.

Ovviamente parlavo di mia moglie!!!



Mi era sfuggita la geniale rettifica del Vaticano a proposito delle parole di Bertone (nel video potete apprezzare il documento inedito di un addetto stampa del Vaticano mentre risponde all'opinione pubblica).

Il segretario di Stato vaticano nella sua conferenza stampa in Cile, spiega il portavoce della Santa Sede, si riferiva «alla problematica degli abusi all'interno della Chiesa e non nella popolazione mondiale».

Peggio di così...







Fortunatamente civati era attentissimo!

Ma il Comune di Adro, quando paga?



Apprendo da Il Sole 24 Ore che i tempi di pagamento ai loro fornitori dei Comuni italiani vanno dai 65 giorni di Venezia ai 339 giorni di Catanzaro. Brescia sta messa non benissimo. Se sei fornitore di un comune della nostra provincia ricevi quanto ti spetta in 116 giorni.
Le normative europee imporrebbero un massimo di 60 giorni (ma sono leggermente disattese).

Ho fatto 1+1 e mi sono chiesto: ma il Comune di Adro, quanto ci metterà a pagare chi fornisce il servizio mensa? E' una domanda non retorica, perchè se i tempi fossero in linea con quei 116 giorni si potrebbe arrivare addirittura ad ipotizzare che lo stesso tempo può essere concesso come dilazione per eventuali inadempienze, anche al fine di verificare tutte le fattispecie...

O no?

Adro, una lezione di stile

Solo per dire che condivido IN PIENO tutto quello che oggi Tonino Zana ha scritto sul Giornale di Brescia.

Che per inciso è l'altro giornale, ma a volte ci prende ;)

Ne avevo parlato ieri

Solidarietà a Marco Garatti, le iniziative



Ecco tutte le indicazioni per chi volesse esprimere la solidarietà al medico bresciano di Emergency e agli altri arrestati in Afghanistan nel mio pezzo di oggi

mercoledì 14 aprile 2010

Adro: il silenzio assordante della politica

Riassunto delle puntate precedenti. Ad Adro il Comune condanna al digiuno i bambini delle famiglie in arretrato con i pagamenti della retta della mensa scolastica. Qualche giorno dopo un benefattore paga i debiti per far riammettere i bambini scrivendo una lunga lettera ricca di buone intenzioni. Successivamente alcuni genitori fra quelli che hanno sempre pagato lo criticano apertamente. Alla fine si viene a sapere che il benefattore è Silvano Lancini, ex insegnate oggi amministratore delegato e comproprietario della Smea, una società produttrice di sistemi informatici con sede a Erbusco.

In questi giorni tanti sono stati gli stati d'animo. Anche contrastanti, che tutti coloro che hanno seguito la vicenda hanno avuto nell'inseguirsi delle notizie.

Spicca, tuttavia, il silenzio di una politica che in nessun momento della vicenda sembra essersi posta il problema della soluzione, se non con il metodo molto radicale della lettera d'espulsione alle famiglie insolventi. Un passaggio formalmente corretto, ma che svilisce totalmente il ruolo della politica che dovrebbe essere quello di farsi sempre carico di situazioni d'emergenza, magari di capirle e guardare dentro prima di praticare ragionieristici e chirurgici tagli.

Ed invece te li immagini, i sedicenti amministratori, che prima agiscono senza pensare alle conseguenze (voglio sperare, che non ci abbiano pensato...), poi pensano che la solita italica soluzione dell'opera di bene li abbia sollevati dalla necessità di trovare un punto risolutivo, poi si ritrovano una schiera di genitori incazzati che minacciano di non pagare più.

In tutto questo il vero fragore è quello del vuoto di un'amministrazione che dall'inizio alla fine NON SA CHE PESCI PIGLIARE.

Succede anche questo

Ogni tanto i titolisti riescono ancora ad essere creativi :)

PDL: GRANATA, NON CONDIVIDO BOCCHINO SU PREMIER LEGHISTA

Va precisato che non si tratta di un bocchino qualsiasi, ma di un Onorevole Bocchino!

(ANSA) - ROMA, 14 APR - «Quella di Bocchino è stata una
battuta, ma non la condivido». Lo ha affermato questa mattina a
Omnibus su LA7 Fabio Granata del PdL in merito alle
dichiarazioni di Italo Bocchino ’meglio un Premier gay che
leghistà.
Granata, ha poi proseguito: «È scontato che un grande
partito come il PdL debba considerare - anche con forza -
l’idea di continuare a guidare la coalizione. Così come a
Milano è legittimo che Bossi e la Lega chiedano il sindaco, è
altrettanto legittimo per noi dire che non siamo d’accordo».

martedì 13 aprile 2010

Buonanotte

è stata una lunga intensa giornata...
vi lascio con questa qui.
Looking as you are (Embrace, 2006)





Libidine tecnologica

Leggere il blog da un iPad nuovo fiammante... non ha prezzo!



purtroppo è solo la segnalazione di un'amica :( io non ce l'ho ancora...

E tu che stile sei?



Preferite la copertina "soviet chic" o "l'austero libro dei salmi"?

Da una segnalazione del blog di Luisa Carrada ecco come il Guardian analizza i programmi elettorali di laburisti e conservatori in Gran Bretagna. Una bella pagina di giornalismo ai tempi delle elezioni, di incontro tra i media, di creatività, di politica.

Consigliato a tutti con qualche nostalgia post elettorale pensando a cosa è stata da noi, l'ultima consultazione popolare...

Pensate a cosa sarebbe se ad esempio sul prossimo programma elettorale dei candidati alla Loggia vi comparisse in un ipertesto la domanda impertinente fatta da me o da un mio collega a proposito di una incongruenza programmatica.... :)

IlNottambulo.it: quando Brescia inventò i social network locali senza saperlo



I social network locali? Sono una invenzione bresciana. Chi dice il contrario è mal informato. Del resto come dico sempre, è difficile essere modesti se si nasce bresciani. Intorno ai primi mesi del 2004 nacque a Lograto, in provincia di Brescia, il primo vero social network locale: Il Nottambulo.it.

Erano i tempi delle chat, del web basato sui nickname che non aveva ancora sdoganato il nome e cognome. Il boom di Myspace (estate 2006) e quello di Facebook (estate 2008) erano ancora lontani, così come le suggestioni in 3d di Second Life.

Basato su una tecnologia un po' vecchiotta anche per i tempi (con molte finestre popup che a volte lo facevano individuare da alcuni firewall come sito "infetto"), il social network bresciano era partito con l'idea di fare da punto di riferimento per i locali (il business model doveva essere la pubblicità di pub e discoteche della zona) ma ben presto diventò altro.

Gli utenti (mediamente tra i 20 e i 25 anni, tutti geograficamente localizzati in provincia con qualche eccezione nelle zone limitrofe) utilizzavano i pochi strumenti a disposizione: forum, profili (molto semplici e scarni), la possibilità di pubblicare post più lunghi su un proprio blog con un paio di funzione base e nulla più, album fotografici e una sorta di messaggeria basata su popup che ritardava di qualche secondo la ricezione dei messaggi. Poca condivisione, non troppe idee di crescita, un circolo sostanzialmente chiuso e poco linkabile, ma un dato importante: il tempo medio di connessione al sito per utente era molto alto, molta gente utilizzava la messaggeria come chat e il forum come una sorta di chiacchierata in differita di qualche secondo. La potenzialità dello strumento - dopo una crescita durata all'incirca fino a tutto il 2006 - non venne mai sviluppata dai ragazzi di Fabbrica creativa che lo avevano promosso.

Oggi il sito è ancora attivo ma sostanzialmente disabitato. Il progetto è stato progressivamente abbandonato dai ragazzi, che hanno poi incentrato il business della loro piccola azienda su gadget ed altro. Un peccato perchè l'iniziativa non venne mai razionalizzata e valorizzata con una pianificazione chiara e una visione tecnica e non solo.
Col tempo lo sviluppo del social network divenne secondario rispetto ai rapporti di amicizia che si erano creati fra i frequentatori dello stesso sito (molti tutt'ora ancora amici), e i promotori stessi persero un po' di vista il vero focus, ovvero la crescita tecnologica e contenutistica della piattaforma.
Soprattutto questo secondo aspetto, ovvero la volontà di controllo sulle discussioni e una sorta di limitazione forzata dei contenuti pubblicati, fu causa di un generale progressivo disamoramento.

La crescita esponenziale di Facebook (e la libertà illimitata concessa di fatto dal network americano) diede il colpo di grazia generando il fuggi fuggi degli utenti stanziali.

Perchè ho raccontato questa cosa?
Ebbene, ad un certo punto, per cautelarsi dal rischio querela per i contenuti pubblicati dagli utenti Fabbrica Creativa fece ricorso ad un espediente (in parte criticato dagli utenti stessi) che era quello di far accettare le condizioni di servizio ad ogni connessione. Vi era inoltre una sorta di regolamento, molto profano ed artigianale, in realtà, che ad ogni connessione ci si impegnava a rispettare.

Questo dettaglio mi è venuto in mente rileggendo la sentenza e le reazioni al caso Vividown (quello del video pubblicato sul web del ragazzo down maltrattato...). Emblematico il commento di Luca De Biase alle motivazioni: "tutte concentrate sul fatto che Google avrebbe dovuto - e non l'ha fatto in modo vagamente doloso - avvertire con molta più decisione e attenzione gli utenti dei loro obblighi nei confronti della privacy altrui. Dunque non c'è nessun obbligo di controllo da parte delle piattaforme sui contenuti immessi in rete dagli utenti. Ma le piattaforme devono assicurarsi in ogni modo che gli utenti conoscano le regole".

In tal senso la soluzione suggerita dai consulenti dell'azienda (che successivamente ha trasferito la propria sede da Lograto a Castelcovati) fu assolutamente lungimirante, benchè del tutto unica nel suo genere, e capace di suggerire con qualche anno di anticipo quella che potrebbe essere la sostanziale soluzione formale della necessità di informazione da parte di una piattaforma nei confronti dei propri utenti ovvero l'accettazione sistematica ad ogni connessione di una normativa.

Chiesa-style: difendersi sparando merda



Secondo Bertone la pedofilia sarebbe "una patologia collegata all'omossessualità, non al celibato". E pare che il delirio del cardinale sia già divenuto contagioso.

C'è una cosa che non sopporto in assoluto, sempre: l'autodifesa basata sul fango gettato altrove. I polveroni sollevati ad hoc solo per aprire un comodo gioco al massacro.





Internet Nobel per la pace, un pretesto per dire tutto e il contrario di tutto



Nelle scorse settimane ho espresso il mio dissenso per la candidatura di Internet al Premio Nobel per la pace avanzata da Wired. Avevo registrato da Bresciaoggi le confuse motivazioni dell'onorevole Viviana Beccalossi. Purtroppo non c'è stato verso di avere la risposta dell'onorevole Pierangelo Ferrari, nonostante una mia mail del 17 marzo 2010 al suo inidirizzo della Camera dei deputati. Eppure Ferrari, del Pd, ha un blog e dovrebbe essere molto sensibile e ricco di spunti in materia.

Sostanzialmente ho sempre evidenziato come fosse assurdo dare un premio a uno strumento, che non è nè buono nè cattivo, ma solo uno strumento.

Uscire da questa categoria significa celebrare il mezzo attribuendogli dogmaticamente, direi quasi fideisticamente, una natura "buona" (operazione totalmente fuoriluogo), ma al contempo esporsi a tesi deliranti come quella di oggi letta su Il Giornale e segnalata anche dal blog di Alessandro Gilioli, che per difendere la Chiesa spara a caso sostenendo che, si sorvola sulla massiccia presenza in Internet di siti pedofili strutturati da social network o paludati da blog e chiede perché nessuno ha messo sotto processo Internet che pullula di lerci siti pedofili? Due operazioni di segno opposto ma figlie di una comune matrice che stravolgendo la natura stessa di un media ne svilisce il possibile contributo al bene comune.

Siamo insomma al processo dei mezzi che rischia solo, a prescindere dal vincitore, di mortificare quello che è il reale contributo del medium stesso, ovvero la predominanza del contenuto.

Ho accostato le due cose per un semplice motivo: il tentativo di beatificare uno strumento, così come quello di controllarlo e imbavagliarlo (molto fiorente, quest'ultimo, anche in Italia) secondo me sono figli dello stesso errore di valutazione, ovvero quello di spostare lo scontro dal contenuto al mezzo. Uno spostamento che sconfina rendendo necessaria una attenzione supplementare, perchè quando questo accade ad essere minacciata è la libertà di tutti.

Molgora: i conti, l'equilibrio e le responsabilità



Ieri a margine del consiglio provinciale con altri tre colleghi ho incontrato il presidente della Provincia di Brescia, Daniele Molgora per fare il punto su alcune questioni politiche legate alle sue scelte di bilancio. Un tema ampiamente approfondito da Massimo Tedeschi dopo l'ultima commissione di Bilancio.

Apprezzo il suo approccio rigoroso, da commercialista, lo sforzo fatto già nei primi sei mesi per mettere mano ai conti e sistemare il bilancio dell'ente, e sostanzialmente anche il suo equilibrio, soprattutto politico, nel farlo. E' noto che il bilancio provinciale è a rischio indebitamento (Fitch nelle scorse settimane ha confermato il rating ma con la riserva del monitoraggio costante sui debiti). Personalmente ho però anche l'impressione che la crisi economica sia diventata l'alibi per non far emergere precise responsabilità politiche pregresse sul dissesto dei conti trovato da Molgora, a cui lui stesso, con lucida responsabilità, ha da tempo messo mano.

Mi chiedo inoltre quale esponente del Pdl abbia così tanta voglia di entrare in giunta dopo il dibattito che si è creato sull'undicesimo assessore.

Curioso un passaggio, a proposito di uno sforzo congiunto Loggia-Broletto per la sede unica, Molgora fra le altre cose dice: "Per ora abbiamo perplessità soprattutto dal punto di vista finanziario sul farlo con il Comune". Curioso. Ma ci saranno altre puntate: la razionalizzazione degli spazi è un tema troppo importante.

Per l'opposizione sarà difficile entrare con grandi proposte nella sostanza dei provvedimenti, in un bilancio di grande rigore, ma attendo tutti alla prova soprattutto su un passaggio che penso sia fondamentale: il ruolo di regia, anche economica, che la provincia, a partire dalle tematiche del lavoro, di concerto con il Governo e la Regione, con i quali ha ottimi rapporti, deve assumere autorevolmente. Un ente che periodicamente è messo sotto esame per la sua ipotetica inutilità, in questo momento non può perdere l'occasione.

Caccia, chi vuole sabotare la riforma?



Nei giorni scorsi ho intervistato il senatore Franco Orsi, relatore in Parlamento della riforma della normativa nazionale sulla caccia. E' stato un bel momento per tornare, pur in un ambito molto tecnico e specialistico, ad un tema politico specifico.

Mi convince poco la correzione del tiro, fatta dal senatore, alla mia domanda sui tempi di realizzazione della riforma, quando Orsi dice: "non escludo un cambio di strategia, non una riforma ma interventi su temi cruciali". Questo non perchè l'idea sia sbagliata o fuoriluogo ma perchè mi pare la realistica ammissione del rischio di sabotaggio della riforma da parte del fuoco amico di tre ministri: Frattini, Brambilla, Prestigiacomo.

Mi piacerebbe ora capire cosa stanno facendo a tal proposito i parlamentari di opposizione del Nord su un tema che qui da noi muove grandi interessi, economici, sportivi e, mettiamocelo pure, turistici...

Emergency, la provincia di Brescia nega la solidarietà

Quanto è triste un Paese che ha perso il senso istituzionale delle cose e riduce tutto a dibattito politico. Anche davanti alla vita. Anche davanti alla guerra.

Non riesco a commentare diversamente, con un senso di vuoto interiore, quanto accaduto ieri in Consiglio Provinciale a proposito della solidarietà al chirurgo bresciano di Emergency, Marco Garatti. Sostanzialmente Pdl e Lega hanno votato contro una mozione Pd che chiedeva impegno del presidente Daniele Molgora in quanto bresciano e componente del Governo italiano. Nonostante la mediazione del presidente del Consiglio Bruno Faustini.

Mi sento qui di condividere anche il pezzo del Times segnalato da Flavio Pasotti su Facebook.

Per gli approfondimenti lascio invece al blog di Marco Toresini.

lunedì 12 aprile 2010

I miss you

Bologna, 4 settembre 2010
cerco compagni di viaggio...

e adesso lasciatemi sognare con questo pezzo





sabato 10 aprile 2010

Aperello...

Un vero peccato che non esista la versione bresciana di questa pubblicità con Pompiano, Cazzago, Limone e Comezzano.





venerdì 9 aprile 2010

De gustibus

Mi sfugge la logica della doppia strategia del vicesindaco Fabio Rolfi in tema di prostituzione a Brescia.

Quando si tratta di donne le soluzioni vanno dai 500 euro di multa a chi si ferma a contrattare fino alla schedatura dei proprietari degli appartamenti illecitamente collegati con l'attività di prostituzione svolta all'interno delle stesse abitazioni.

Nel caso dei viados il problema prioritario, come dichiarato il 10 ottobre 2009 sarebbe quello di arrivare a norme più severe per tutelare la salute dei cittadini al fine di evitare l’estendersi delle malattie. Per questo era stata promessa una lettera al ministro Roberto Maroni.

Ehm...

Pagliuzze e sassolini. Il de-pensilina

Per la serie "pagliuzza nell'occhio", pare che la mia partecipazione alla commissione urbanistica dei giorni scorsi abbia destato qualche perplessità, essendo che "a Armanini il cubo bianco non piace". Al di là del fatto che non ricordo quando l'avrei detto pubblicamente (anche se è noto che a me la pensilina non è che mi entusiasmi proprio)... io personalmente mi preoccuperei molto di più delle opinioni a dir poco "tranchant" degli esponenti della Lega e del Pdl in commissione. In compenso ribadisco che mi piace l'idea del sindaco Paroli della lanterna cittadina con faretti accecanti sulle goccie di sudore degli studenti.

Ultimamente ad attribuire ai giornali ed ai giornalisti troppi retropensieri e linee politiche mirate si rischia solo di mettere un ordine astratto ed ipotetico nella casualità. Lo consiglio spesso agli amici per evitare loro di andare fuori strada, è una indicazione che mi sento di dare un po' a tutti i lettori...

Intanto apprezzo che Ghigno di Tacco la pensi come me quando dico della irrefrenabile voglia di lasciare un segno architettonico del proprio passaggio, con il fascino e la rilevanza che solo una piazza centralissima può avere. A volte consola non sentirsi soli.

Benvenuta, Huffington



Apprendo con piacere dal blog di Mantellini che Arianna Huffington, la promotrice del blog statunitense considerato "il più influente del mondo", ha lanciato il nuovo servizio di Twitter: una selezione di contenuti pensati per le audience locali e centrata sul real-time. Praticamente quello che personalmente, attraverso i contenuti di bresciaoggi.it faccio da qualche mese.

Insomma, nulla di nuovo sotto il cielo del web 2.0.

Montichiari, Padania



A Montichiari esiste un'ordinanza che vieta qualsiasi manifestazione di partito negli spazi pubblici al di fuori delle campagne elettorali.

Per questo il sindaco leghista vieta al Pd di organizzare iniziative politiche il 25 aprile o il 1 maggio.

Non so quale delle due frasi precedenti sia più grave.

Probabilmente la questione avrà risonanza nei prossimi giorni. Intanto la denuncia è partita dai blog, come civati.splinder.com e altri blog come questo.

Dai, adesso vi trovo anche una cosa che fa ridere, un pochino. Anche il Pd di Montichiari, diretto interessato nella questione, riprende il blog di Civati, anzichè prendere posizione sulla questione in maniera organica. Orwellianamente "i blog sono tutti uguali ma alcuni sono più uguali degli altri". :)

Bisinella, se ci sei batti un colpo. E magari aggiorna sto sito!

giovedì 8 aprile 2010

Politica for dummies (in cui il dummies sono io)



Ieri ho fatto il mio esordio ad una commissione. Per la precisione si parlava di urbanistica, nella fattispecie che fare dello spazio di Piazza Rovetta dove attualmente c'è la pensilina (vedi la foto) che ripara il mercato?

Ebbene, io che vengo dal calcio dilettantistico pensavo che l'amministrazione cittadina, essendo un po' come la terza categoria del calcio (e lo dico con tutto l'amore e il rispetto che nutro per il calcio minore!!) fosse una cosa un po' scontata. In cui ti dicono cose come "ci vuole la fortuna", "la palla è rotonda", "la partita è stata decisa da episodi", o anche "abbiamo un grande gruppo", "siamo uniti più che mai" e "da qui alla fine saranno tutte finali".

E invece no. Ai miei concittadini consiglio vivamente di partecipare alle commissioni, che sono aperte alla cittadinanza. Perchè sono istruttive. Cioè, voglio dire, altro che frasi fatte e preconfezionate: questi si vanno nel culo ogni cinque minuti. E' uno spasso!!

Parlabrescia ha dedicato un post e una serie di copiaincolla dai giornali (eh, eh, Onofri, non si fa!!! ci sono i link, usali da brao! hanno imparato anche Labolani e la Castelletti, se ti applichi ce la fai pure tu)...

In pratica ieri c'era l'architetto che ha fatto il progetto e lo ha presentato. Poi viene messo in discussione. Il centrosinistra usa parole misurate "non discutiamo la professionalità dell'architetto", "da profani vogliamo capire le direttive" e altro... sostanzialmente criticano il metodo. Il centrodestra, che ha pensato il bando, lo ha messo in pista, ha fatto la giuria giudicante, ed ha presentato nelle scorse settimane il nuovo "cubo bianco" (qui in sintesi l'idea) come se fosse la più bella decisione possibile (ma forse ho capito male io), di fatto ha fatto capire che a loro, professionalità o non professionalità "il cubo fa schifo".



Per Bizzaro della Lega è esteticamente brutto. Per Toffoli del Pdl è in discussione anche il fatto che lì serva metterci qualcosa. Il sindaco, che giustamente è il sindaco e argomenta meglio di tutti, ha sottolineato tutto un suo progetto diverso. Praticamente lui vuole in Piazza Rovetta quello che a ingegneria chiamano "l'acquario". Una struttura in vetro adibita ad aula studio che da fuori vedi gli studenti dentro chini sui libri. A me sinceramente l'idea piace anche. Paroli dice che dovrebbe essere una sorta di "lanterna" (o lampadina, non ricordo bene) aperta anche nelle ore della notte (fino alle 11 o a mezzanotte).

Anche se mi hanno detto che il giornalista bravo deve riportare e non far trasparire la sua idea, qui sul mio blog dico quello che mi pare. E a me l'idea di Paroli piace (a Venturelli che ha progettato un'altra cosa in marmo di Carrara e ha vinto il concorso penso un po' meno). Anche perchè già immagino come la potrebbero chiamare gli studenti, notoriamente creativi in fatto di leggende universitarie. E ci vedrei anche una bella insegna sopra l'aula studio in cui la città ti vede mentre stai secchiando sui libri: "Lavora bastardo!". Ma sono sicuro che gli studenti avranno più fantasia di me.

Però, va beh, Venturelli (l'architetto che ha vinto il concorso), ieri ha capito che non è che lui ha proprio vinto vinto. Cioè, ha vinto, però ora dopo il bando e il parere dei tecnici adesso ci sarà il confronto politico e magari il dibattito cittadino. Il mio giornale, che è avantissimo, sul sito Internet ha già promosso nelle scorse settimane un sondaggio. E hanno vinto quelli che vogliono il cubo bianco.

Oltretutto mi risulta che il centrosinistra abbia proposto il referendum. Io di solito non sono per questo tipo di cose, anche perchè non capisco come lo farebbero: referendum pro o contro il cambiamento? sul fare o meno il cubo bianco? quiz a scelta multipla? gratta e vinci? Si dovrebbe aprire un ampio confronto su come formulare la domanda. Però visto che in piazza Rovetta ci stanno soprattutto gli extracomunitari (come giustamente ha detto Venturelli che nel periodo dello studio del progetto ha fatto un po' di sit in in piazza per capire i giri: "i bresciani bevono il caffè sull'altro lato della strada") potrebbe essere un esperimento interessante far partecipare alla consultazione tutti i residenti della città a prescindere dalla nazionalità. Cioè, metti che lì davanti c'è un pakistano che ha casa di proprietà, potrà dire se lui gli studenti li vuole vedere, non vedere o avere le bancarelle dei cinesi fuori dalla finestra???

Sarebbe interessante, anche perchè non so perchè ma a me sembra che ci siano due sostanziali motivazioni alla base di questa voglia di cambiamento in piazza Rovetta:
1. stringere un po' lo spazio ai tanti extracomunitari che si trovano lì
2. lasciare un segno architettonico del proprio passaggio, con il fascino e la rilevanza che solo una piazza centralissima può avere.

Comunque io ieri mi sono divertito fess.

mercoledì 7 aprile 2010

8x1000 alla Chiesa cattolica?

Ora anche basta!

Un video virale da condividere...





Chi vuole una Brescia-dormitorio?



Forse parto da un punto di vista un po' anarchico, ma personalmente non trovo il nesso tra le multe date ai cittadini che giocavano a cricket nei parchi pubblici e la volontà espressa dalla Loggia di creare dei campi attrezzati per questo tipo di sport. Un nesso utilizzato dall'associazione diritti per tutti per sottolineare una sostanziale vittoria nella promessa della Loggia di creare aree apposite (o almeno così ho inteso io il tono della conferenza stampa di ieri).

Le scelte (ed il plauso alle stesse) confermano l'impostazione di un paese la cui unica aspirazione sembra essere quella di diventare un dormitorio. In sintesi: il problema quando ti danno la multa può essere anche quello di avere un campo da cricket, ma prima di tutto a mio modo di vedere è interrogarsi su cosa si vuole fare del verde pubblico. E se c'è un regolamento che giustifica la sanzione, beh: discutiamo il regolamento!!!

Se non si è capito: ben vengano i campi, ma resta il problema dell'incapacità a socializzare gli spazi pubblici e a renderli vivi. Non vorrei che questo provvedimento, al contrario, giustificasse ulteriori pesanti e più frequenti sanzioni.

Certo, forse non siamo all'eccesso del giudice pavese che ha imposto ai bambini di una scuola materna di giocare “in silenzio”. Ma di certo si conferma che i divieti, in Italia, non hanno lo scopo di proteggere la sicurezza o i diritti, ma piuttosto quello di tutelare un malinteso principio di “quiete” (lo stesso scopo che poi spinge a creare le "aree protette" come appunto i campi attrezzati) trasformandoci in un gigantesco dormitorio.

Ad aver capito tutto sono le due signore ottantenni che abitano in Piazzale Arnaldo, sopra la pirleria che frequento di solito. Sono felicissime di stare lì perchè, dicono: "tutte queste luci e questa vita tengono lontani i ladri e i malfattori, che agiscono nel buio e nel silenzio. E per il rumore...? Abbiamo i doppi vetri!".

Infine la perla . Non so se avete fatto caso che in Italia quando emerge un problema prima o dopo arriverà qualcuno che a proposito della soluzione dice "dovrebbero insegnarlo nelle scuole". Dall'educazione civica, all'educazione sessuale, alla religione. Ebbene, ieri si è auspicato che nelle nostre scuole si insegni il cricket, uno sport che rispecchia la mentalità orientale. Al che non so se mi fa sorridere di più l'idea di insegnare il cricket o il fatto che chi l'ha proposto abbia anche dovuto perdere tempo a cercare il motivo per cui sarebbe giusto insegnarlo.

"Una città che vive e cresce deve avere odori caratteristici, la puzza è vita, non il contrario. Altrimenti c'è qualcosa che non va" (F.P.)

lunedì 5 aprile 2010

Urbino 2001

Giovanni Boccia Artieri è il professore che seguì la mia tesi sul web writing all'Università di Urbino (2001). Una tesi che non passerà alla storia. Oggi ho trovato il suo blog e un suo intervento su ereticidigitali.it (un blog che fa da "sequel" a Eretici digitali, un saggio che sto leggendo in questi giorni).





I tanti Pd d'Italia

Le ultimissime analisi post voto lasciano spazio a qualche spunto interessante.

In Lombardia i quattro più preferenziati hanno tutti meno di 45 anni. Rischiano di invecchiare da eterne promesse, ma di questi tempi il fatto anagrafico è una notizia. Nel Lazio gli otto eletti in consiglio regionale del Pd sono quasi tutti consiglieri uscenti, molti di loro assessori e politici di lungo corso già in sella nella Dc o nel Pci degli anni Ottanta.

Semplicemente, c'è Pd e Pd. E davanti a questa constatazione personalmente interviste come quelle di Michele Salvati sul Riformista di qualche giorno fa, lasciano il tempo che trovano. Semplicemente perchè mettono al centro le strutture e non le persone.



Un augurio al centro sinistra: spero che in futuro non ci sia mai più spazio per un candidato che, una volta sconfitto, faccia analisi come questa di Filippo Penati e che utilizza il termine "ho accettato di candidarmi", nello specifico: "non mi candiderò a sindaco di Milano come avevo già detto quando ho accettato di candidarmi alle regionali". Come se candidarsi fosse un sacrificio, non già l'attitudine di un leader capace di catalizzare il consenso e consapevole di saper interpretare quel ruolo meglio di altri. Dico io: Obama ha forse accettato da qualcuno di candidarsi a presidente? O non ha forse scelto in prima persona misurandosi sul campo con i possibili antagonisti (interni ed esterni) facendo poi sintesi delle sensibilità migliori e funzionali al suo progetto per costruire una squadra vincente?

sabato 3 aprile 2010

L'ultima notizia (bookblogging)

La mia recensione al libro di Gaggi e Bardazzi.

More about L'ultima notizia

Happy Family



Un giorno vorrei fare una dichiarazione d'amore alla mia città come quella che traspare per Milano nell'ultimo film di Salvatores. In particolare nel notturno di Chopin accompagnato da una commovente Milano in bianconero che strappa qualche lacrima anche al protagonista-narratore Fabio De Luigi.

Da un cast importante/interessante questa volta Salvatores ha tratto una pellicola suggestiva più che narrativa. Sembra uno sfoggio di qualità cinematografiche, una ricerca del bello più che della narrazione (che in certi momenti si impantana). Un risultato raggiunto grazie a quello che dopo questa pellicola considero un fuoriclasse della fotografia cinematografica, Italo Petriccione.

La storia mischia piacevolmente il piano reale e quello surreale, sperimentando un divertente incrocio in cui la finzione cinematografica è dichiarata e prende il sopravvento su qualsiasi intento etico della trama.
Un intento dichiarato nel finale attraverso una citazione di Groucho Marx appuntata su un foglio: 'meglio vedere un film che vivere, nella vita non c'è una trama'

Vescovo 2.0

Monsignor Luciano Monari è il vescovo di Brescia. In questi mesi non ha risparmiato critiche a quella stessa giunta cittadina che i voti cattolici hanno fattivamente contribuito ad eleggere, in particolare sulle questioni discriminatorie. Un temino facile. Molto più difficile era dire quello che il vescovo ha detto nell'omelia del giovedì santo a proposito di pedofilia. Un coraggio talmente esplicito, quello di mons. Monari che sostanzialmente ha colto di sorpresa anche i giornali cittadini.

"Quando parlo di dipendenze mi riferisco a comportamenti diversi che vanno da quelli più semplici e innocenti - piccole manie o attaccamenti - fino a una vera e propria "doppia vita" che lacera la persona e rende la sua esistenza un inferno per lei e per gli altri"

Ieri intanto l'organismo di stampa della curia bresciana ha diffuso gli auguri del vescovo. Su youtube. Peccato che la padronanza del mezzo sia simile a quella della Gelmini, semplicemente perchè essere su youtube e fare una predica in sintesi purtroppo non è sufficiente per piacere ai giuovani.





Addio Maurizio



Se ne è andato Maurizio Mosca. Aveva poco meno di 70 anni (nato il 24 giugno 1940). Da un po' il suo volto un tempo rubicondo lasciava trasparire chiaramente i segni della sofferenza.

Mosca è il giornalista che leggevo, quando dirigeva Supergol, negli anni delle scuole elementari e medie.
Non posso non ricordarlo come esponente di un giornalismo nuovo, spettacolaristico e un po' mascherato (celebre la sua toga all'Appello), caciarone e sensazionalistico, ad uso e consumo delle nuove emittenti emergenti. Una pietra miliare resterà sempre il suo Calciomania, su Italia Uno, trasmesso a cavallo dell'anno mondiale 1990.

Lo considero personaggio più che giornalista, esponente di rilievo della decadenza di una nobile professione come quella del commentatore sportivo, che negli anni si è trasformata da asettica presenza descrittiva a crescente figura da primadonna, al punto da rendere una notizia tale "perchè l'ha detta Tizio" e non per la sua reale portata.

Pensando a cosa hanno poi generato le tv locali il rimpianto c'è, ed è grande, per un intrattenitore calcistico delle mie giornate infantil-adolescenziali, quando quel suo calcio prendeva progressivamente il posto di Bim Bum Bam.

Ciao Maurizio





venerdì 2 aprile 2010

La preghiera mattutina dell'uomo moderno



Secondo una ricerca condotta da Retrevo su 1.000 utenti Usa a proposito delle dipendenze da social network il 53% degli intervistati consulta Facebook come prima attività mattutina.

Io, che pure sono italiano e non statunitense, ho ormai da un anno questa abitudine. Non la vivo come un disturbo compulsivo della personalità, ma come una normale e routinaria attitudine. Una sorta di revisione corretta e aggiornata della preghiera mattutina dell'uomo moderno che non allarmava nessuno quando teorizzata da Hegel a proposito dei quotidiani.

Questo anche perchè ormai i profili che seguo su facebook sono limitati a una cinquantina di amici e ad una decina di servizi di informazione.

Negli ultimi due giorni ad esempio ho scoperto che una mia collega sarebbe arrivata al lavoro con vestiti troppo leggeri per il clima rigido di questi giorni, e che negli Usa il buffo Greg Parker si è già messo in fila per essere il primo ad acquistare un iPad, che è in uscita fra tre giorni.

Fotografie in negativo



Parlare con i sindacati di questi tempi è come vedere la stessa fotografia proposta una volta in versione originale e l'altra nel suo negativo. Stesso soggetto, colori e contorni opposti.

L'ho scritto oggi dopo aver intervistato i tre tenori delle confederazioni bresciane: Zaltieri, Zanelli e Galletti.

giovedì 1 aprile 2010

Jammo jà

Oh, a me piace un casino! Grande Nino!!!
Ma perchè questa non ha vinto Sanremo (che poi l'ho scoperto 3 minuti fa che era di Sanremo)?
C'era qualcosa di meglio???





Sale la febbre...



qui un po' di recensioni illustri

l’iPad ha potuto riprodurre filmati in maniera continuativa dalle 7 e 30 del mattino alle 7 e 53 di sera, più di 12 ore. E’ quattro volte la durata media di un portatile o di un lettore DVD portatile