Grazie alla segnalazione di Giovanni Boccia Artieri sul suo blog sto iniziando ad approfondire la teorizzazione del societing di Giampaolo Fabris, professore dello Iulm e prima all'Università di Trento scomparso ieri.
Molto interessante l'esito: "Perché il marketing, nel suo percorso verso Damasco per approdare alla nuova epoca, non può che realizzare un proficuo incontro, non soltanto strumentale come è successo in passato, con la società. Instaurando con questa un rapporto che sia anche di servizio, rispettoso, tendenzialmente simmetrico. Non esistono ricette miracolose per fare evolvere il marketing verso il societing: bensì una profonda rivisitazione delle sue frontiere alla luce dei nuovi scenari di una società postmoderna e delle nuove responsabilità sociali da cui non può astenersi dal confrontarsi".
La prima impressione è questa: un'illuminante pensiero che attualizza ciò che potenzialmente molti consulenti strategici hanno già in testa dando una forma teorica assolutamente suggestiva.
Forse prima o poi sarebbe dovuto accadere. La scienza arida e affidabile dei numeri primi (tendenzialmente solitari) ha dovuto affrontare una serie di mutamenti che il marketing più puro e l'economia non erano stati in grado di affrontare: l'implosione di una crisi. Forse una crisi più finanziaria e successivamente economica (quindi di sistema) che non una crisi pura e completa. Ma in quanto implosiva potente tanto quanto quella esplosiva. L'unica differenza è che le crisi esplosive hanno effetti sociali dirompenti ed evidenti, quasi prevedibili. La crisi implosiva diventa imprevedibile perché non sai mai dove affioreranno i fiotti magmatici del cambiamento sociale. Alla fine cosa accade? che le relazioni sociali diventano perno dei rapporti professionali, di vendita, commerciali, di marketing. La sociologia diventa strumento di valutazione del mutamento e offre più opportunità di analisi e comprensione dei fenomeni che strumento di controllo (come il marketing puro tenta perennemente di essere). La societing significa anche tenere conto di questi parametri e costruire l'equilibrio (fosse facile) tra ciò che il mercato richiede e ciò che è in grado di assorbire.
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