
L'accordo sottoscritto dalle associazioni artigiane e del commercio è un punto di partenza meritorio di semplificazione della rappresentanza istituzionale del mondo della piccola impresa nel nuovo soggetto "Rete imprese Italia". Anche a Brescia, dove fu Confesercenti a dire pubblicamente circa un anno fa che questa doveva essere la strada da intraprendere (accogliendo via via sempre convinte adesioni delle altre sigle presenti), ieri ha comunicato la sua unanime adesione.
Il passaggio, tuttavia, delinea un nuovo metodo di rappresentanza che, semplificando il quadro generale, deve ora lasciare più spazio al merito delle proposte ed al rapporto tra l'azione e i risultati. Troppe volte infatti la rappresentanza associativa cerca alibi (l'inconcludente politica, il litigioso sindacato, o i vari antagonisti estemporanei utili per giustificare i propri insuccessi). In altre parole, per le associazioni è la fine del collateralismo (che le vedeva idealmente vicine a questo o quel partito), ma anche la fine degli alibi: la loro esistenza sarà valutata sui risultati, pena la cancellazione della loro cifra politica.
Nella conferenza stampa di ieri, infine, mi pare sia emersa tutta la statura politica dei leader delle associazioni a livello provinciale, laddove, proponendo che anche Assopadana e gli autotrasportatori entrassero nel patto, Enrico Mattinzoli (presidente di Associazione artigiani, esponente Pdl, finiano per qualità e cultura) ha subito marcato la differente capacità di elaborazione, analisi, proposta e strategia tra sè e il resto della compagine.
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