In una città che nell'ultimo anno ha sanzionato: una signora marocchina sedutasi ai piedi del monumento Bella Italia in piazza Loggia, due operai che bevevano una birra fuori da un locale di via Milano e alcuni ragazzi di origine asiatica che giocavano a cricket al parco Pescheto, le notti bianche e rosa sono solo una buffa liofilizzazione della movida notturna, una parodia della vita in un centro storico, l'anestetizzazione del divertimento, un inutile surgelato dal sapore sempre uguale da consumare dopo abbondante uso di coloranti.
Sarà, ma personalmente non mi sono mai divertito alle feste di compleanno ed ancor meno alle feste comandate. Ho sempre apprezzato molto di più quelle serate spontanee dove si inizia a bere una birra in due e si finisce in enormi tavolate che lasciano il locale passando da sotto la saracinesca dopo aver udito il rumore dei vuoti riversati nel cassonetto sull'altro lato della strada...
Update (28 mag): fortunatamente vivo nella città in cui i blogger come Francesco Savio ci raccontano così di un giornale letto su una panchina nel giorno del Giro.
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