
Salvatore Vassallo, deputato Pd di Salerno, critica nel suo blog le modifiche statutarie che il 21 e 22 di maggio l’Assemblea Nazionale del Partito Democratico sarà chiamata a votare.
La sintesi estrema è questa: "un principio fondativo del Partito democratico verrebbe così del tutto vanificato. Le primarie da regola diventerebbero eccezione". L'attento Civati ha "sposato" la linea Vassallo.
Prima considerazione. Non sapevo esistesse un passaggio nello statuto Pd che recita Vengono in ogni caso selezionati con il metodo delle primarie i candidati alla carica di Sindaco, Presidente di Provincia e Presidente di Regione. Da cui si deduce che per il regolamento del Pd Filippo Penati non è stato correttamente candidato alla carica di presidente regionale della Lombardia. (se sbaglio mi corigerete..)
Sostanzialmente mi sembra di capire che il Pd sposti il tema delle primarie da un fatto interno ad una questione di coalizione (qualora questa esista) introducendo un curioso stratagemma: l'imposizione del candidato unico di partito per questo tipo di competizione. Il quale candidato, tuttavia, non verrebbe scelto attraverso le primarie.
Il tema della partecipazione, che come ho già avuto modo di dire, secondo me va legato strettamente a quello della scelta di una riforma elettorale radicale improntata al maggioritario uninominale (sul modello Usa, dove le primarie funzionano da 150 anni, con regole assai differenziate da uno stato all'altro - a tal proposito ho approfondito qui, e qui), rimane aperto ed interessante. Il modo di porlo, tuttavia, sembra essere estremamente conservatore da parte di una nomenklatura di partito chiaramente orientata a far valere la propria potestas (che suona un po' come: "abbiamo tanti voti, perchè dividerci favorendo gli alleati nella corsa alla leadership"), anzichè l'eventuale auctoritas. Preferisce in altre parole fare la voce grossa anzichè scegliere la via della politica e della proposta (evidentemente il caso Puglia non ha insegnato nulla).
Rimane, e questo rammarica, una impostazione leaderista e verticista della politica, che è il contrario della partecipazione e dell'inclusione di cui le primarie dovrebbero essere portatrici. E una sorta di fastidio strisciante nei confronti dello stesso strumento che ha portato alla leadership l'attuale gruppo dirigente del partito.
Mi sono occupato di questo tema non tanto per uno spiccato interesse nei confronti del Pd, quanto perchè credo che dalle scelte interne di questo partito derivino indirettamente alcune scelte di posizione di tutto l'arco extraberlusconiano. E constato con rammarico che l'utilizzo dello strumento continua ad avere meccanismi di funzionamento sostanzialmente plebiscitari ogni volta che applicato all'esterno del partito, fatti salvi (leggi: Vendola) i casi in cui alla fine il Pd perde.
[...] La burocrazia che affossa il Pd e ammala la sinistra Salvatore Vassallo, deputato Pd di Salerno, critica nel suo blog le modifiche statutarie che il 21 e 22 di maggio l’Assemblea Nazionale del Partito Democratico sarà chiamata a votare. La sintesi estrema è questa: “un principio fondativo del Partito democratico verrebbe così del tutto vanificato. blog: Simpathy for the devil | leggi l'articolo [...]
RispondiElimina