
E' condivisibile la posizione di Renato Zaltieri, segretario della Cisl, sulla manifestazione del primo marzo a Brescia. "Un tema importante da affrontare - ha detto questa mattina Zaltieri intervenendo al congresso della Cgil - ma non attraverso uno sciopero: molti immigrati proprio a causa delle loro condizioni di lavoro precarie non sono stati in grado di intervenire nelle manifestazioni".
La Cgil bresciana non ha gradito ed ha rumoreggiato. L'incazzatissimo Muro di cani invece condivide. Per il vicesindaco sceriffo Fabio Rolfi è stata solo "Una carnevalata". Dal canto suo Distanti saluti dice fuori dai denti una cosa che pensano in molti: "Uno dei problemi più seri che abbiamo oggi in Italia è la massiccia presenza di leghisti, riconoscerlo non significa essere razzisti!".
Potremmo starne a parlare a lungo senza risultato. Il solo dato incontestabile che rimane, a mio avviso è quello emerso nei giorni scorsi da una ricerca del Cirmib, il Centro interuniversitario di ricerca sulle migrazioni, presentato alla Cattolica, secondo cui Brescia non è più una città modello nell'integrazione.
Il bivio è chiaro: o si considera la società attuale nella sua interezza, come dato e non come fastidio, o i rischi di attriti non possono che crescere.
[...] Sono sostanzialmente d’accordo quando Galletti dice che la firma sull’avviso comune (articolo 18) è un attentato al lavoro ed una ulteriore spinta verso la sua eccessiva precarizzazione. Ma poi gli chiedo: “Zaltieri (il segretario Cisl, ndr) dice che lo sciopero del primo marzo (quallo degli immigrati) avrebbe escluso dalla piazza buona parte degli stessi interessati che al momento risultano occupati ma senza le garanzie sindacali adeguate, preferendo una manifestazione nel fine settimana”. Ma secondo Galletti “il problema non sussiste, perchè la partecipazione è stata alta”. (Un tema di cui avevo già scritto qui). [...]
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