L'altra faccia del grande successo di Facebook è la corsa verso il basso dell'informazione veicolata.
Come hanno autorevolmente fatto notare Luca De Biase e Massimo Mantellini, la notizia del sorpasso di Facebook ai danni di Google News nel portare contenuti ai giornali fa da contraltare alla triste constatazione (si veda la tabella sopra), che il primo rispetto al secondo fa da cassa di risonanza per siti qualitativamente inferiori. In altre parole, come ha scritto Mantellini un simile flusso si dirige - come era forse prevedibile -verso siti tendenzialmente di cacca.
Era difficile, del resto, pronosticare che dopo le condivisioni in massa di gruppi idioti si passasse improvvisamente ad una svolta intellettuale nell'informazione.
Ma fortunatamente siamo su Internet, dove la libertà è sovrana, nel senso che oltre a poter "cambiare canale" l'utente ha anche la possibilità di dare il proprio contributo in fatto di contenuti.
Facebook non è un reality stile Grande Fratello in cui ci si muove in prima persona ma su binari predefiniti. Oltre ad essere fruitori e diffusori di contenuti gli utenti possono anche esserne creatori, ricavando nicchie di qualità (intesa come capacità di conoscenza, analisi e approfondimento). Il ragionamento, forse, va fatto solo in termini di opportunità, e quindi di valori assoluti anzichè percentuali. E qui sta la chiave di lettura, come dimostra il fatto che ormai il traffico generato da Facebook è in assoluto superiore a quello di bigG.
mercoledì 3 marzo 2010
Facebook non è il Grande Fratello
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