sabato 20 marzo 2010

Giornalismo, tempi, notizie, approfondimenti

La fortuna di scrivere un blog è che non hai l'obbligo di redigere un post subito dopo una conferenza stampa. Puoi eventualmente informarti e cercare di andare oltre il resoconto, citare i pezzi dei giornali, raccogliere qualche commento, approfondire un tema.

L'ultimo caso in ordine di tempo è quello della conferenza stampa in cui il vicesindaco di Brescia, Fabio Rolfi, ha denunciato una sorta di "discriminazione" dei bresciani nell'accesso alle case popolari.

Su quibrescia.it è partito il consueto dibattito fatto di qualche riflessione, tanto tifo, molte contrapposizioni. Il quotidiano online cittadino sta confermando la sua crescita in termini di partecipazione, e questo a mio giudizio gli impone sempre più di fornire un numero crescente di strumenti di valutazione.

Laura Castelletti sul sul blog politicizza la questione: Il Rolfi di lotta chiede al Rolfi di governo. Ma al di là del metodo aggiunge un vero elemento mancante per una lucida analisi: la Regione è l’unica istituzione che ha il potere di modificare i criteri da utilizzare nell’assegnazione delle abitazioni ad edilizia convenzionata. Un passaggio assente, questo, nel pezzo giornalistico di quibrescia, che ha fuorviato la discussione degli utenti.

Sono, in sostanza, i limiti dell'informazione spray dei giorni nostri, che avrebbe bisogno di giornalisti tuttologhi capaci di saper trattare con competenza quotidianamente gli argomenti a sorpresa preparati (con strumentalizzazioni ad arte) dai politici che convocano le conferenze stampa (a prescindere dagli schieramenti). Tutto si risolve in una resocontazione di dichiarazioni senza la benchè minima possibilità/capacità di analisi che svilisce il ruolo stesso di chi fa informazione.

Nel merito avrei posto volentieri a Rolfi due domande:

- La prima di merito sulla sua "denuncia". Quale è la condizione dell'immigrato che accede ai benefici delle case popolari rispetto a quella dell'italiano/bresciano? In altre parole: siamo di fronte a casi di discriminazioni economiche o, effettivamente, lo stato di bisogno degli immigrati è commisurato alle reali necessità? Perchè qui stiamo parlando di sostegno su basi economiche, non ancora, fortunatamente, su basi razziali.

- La seconda di metodo politico. Quale credibilità crede possa avere, nel lungo periodo, la politica del fa e disfa di cui lui stesso si fa portatore dichiarando, a mio modo di vedere in maniera del tutto arbitraria che: "I cinque anni di residenza per gli stranieri prima di accedere alle liste per le assegnazioni, proposta che a suo tempo fu avanzata e introdotta grazie dalla Lega, ormai non sono più sufficienti, visti i flussi migratori indiscriminati che hanno caratterizzato gli anni passati". Dichiarando in sostanza il fallimento di una strategia ed anche quella di un rimedio (sui flussi migratori - ammesso che di flussi si possa parlare - governati dalla Bossi-Fini) interamente di matrice leghista.

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