
mercoledì 31 marzo 2010
Il presidente Napoletano e l'Urinale

La notizia del giorno
Elezioni in breve
martedì 30 marzo 2010
La vittoria dei conservatori
Cambiando il verbo "possiamo" con "possono", condivido questo giudizio di Alessandro Gilioli, giornalista di Repubblica e blogger che spesso cito qui. Eppure ieri sera ho sentito il segretario del Pd bresciano, Piero Bisinella, dire che Formigoni non ha sfondato. Punto più, punto meno, anche senza l'Udc il presidente della Lombardia ha fatto un +12%. Dichiarazioni da Zelig. Niente più.
Dell'astensionismo ho già parlato ieri. Ma non amando la demagogia di quanti piangevano sulle ceneri dell'elettore scomparso, tentando di dare fantasiose letture del perchè, dico che secondo me chi sta a casa dà un segnale silenzioso ma comunque indecifrabile. Interrogarsi è una perdita di tempo. Fa bene il sindaco di Brescia Adriano Paroli, ad esempio, a minimizzare: secondo lui è solo un problema di prenotazione di weekend e vacanze pasquali (e lui, come spiegava ieri su Teletutto, ne conosce tanti così).
Io dico che il problema della politica rimane quello di interpretare bisogni ed attese di tutti i cittadini, ma di agire poi sulla base delle indicazioni di chi al voto ci va, perchè la democrazia è un gioco di percentuali, non di numeri assoluti (altrimenti oggi più che gli zero virgola che hanno determinato alcune vittorie si starebbero contando le quantità di schede non depositate nell'urna e il calo di voti generalizzato da una e dall'altra parte).
Gli italiani vivono la politica come il tifo calcistico, e quando la loro squadra li delude non cambiano maglia, semplicemente non vanno allo stadio. Ma attenzione: è tifo ovunque, nel Veneto texano, nell'Alabama lombarda, ma anche nelle regioni rosse delle maggioranze schiaccianti in cui l'alternanza è una chimera.
Il referendum. Doveva essere un pro o contro Berlusconi. La gente non ha dubbi, se avesse voluto minimamente indebolire il leader avrebbe avuto milleuno motivi (tutti quelli sventolati dagli oppositori). Chi lo ha votato non è nè impaurito nè ignorante: vuole esattamente quello che Berlusconi sa dare, un leader che non sia in discussione un giorno sì e l'altro pure (diceva Montanelli: "non temo il Berlusconi in sè ma il Berlusconi in me"). Il problema della partecipazione, della democrazia, degli equilibri istituzionali non è nemmeno in discussione nè tantomeno preso in considerazione. Questo è il Paese dei cassintegrati che votano contro l'allungamento della cassa integrazione perchè tanto stanno lavorando in nero. Saranno miopi, ma stasera mangeranno. Non ci sono sindacati, nè partitidemocratici, nè legalità che tenga. Da questo punto di vista Berlusconi è una garanzia. E sulla base di questi escamotage, che danno risposte veloci, semplicistiche, furbe, italiane (e mi piange il cuore ad utilizzare questo termine come aggettivo), ai primi bisogni sentiti della gente, il premier ha vinto l'ennesima battaglia. E' la riedizione italica del lasciar fare alimentato a pane e circo.
Non so in quanti ancora diranno che la Seconda Repubblica volge al termine. Al momento mi sembra di poter dire che se questo accadrà non sarà certo per la fine del berlusconismo, quanto più per la sua assimilazione da "metodo di parte" a "regola dell'agire politico".
Restano sullo sfondo alcuni temi "del giorno prima" di cui l'Italia facilmente si dimentica il giorno dopo:
I grillini. In Piemonte grazie ai voti dei No Tav hanno consegnato la regione al leghista Roberto Cota, avranno due seggi in consiglio, saranno il "virus" regionale, faranno una bella opposizione. Non volevano Mercedes Bresso, ora quelli dei comitati andranno a discutere con la Lega. Tanti auguri. In Lombardia e in Veneto non hanno superato lo sbarramento (mettiamoci per completezza anche la Campania). In compenso sono terza forza in Emilia Romagna (dove basta che dici una cosa che sembri vagamente di sinistra e prendi voti). Dove stia il successo non lo so. Fin qui hanno parlato della loro genuinità civica, che personalmente considero qualunquismo politico. Il risultato piemontese denuncia quantomento ingenuità (che non a caso è anagramma di genuinità), a voler essere buoni. Per il resto mi rimangono tutti i dubbi sul fenomeno Grillo che fa fare politica agli altri. Avevano due punti di forza: le piazze piene, ma il voto ha dimostrato che quella era gente che stava andando a teatro (altrimenti altro che 3%) e il fattore web, di cui dirò tra poco. Solo una nota di stile: è davvero bello sentir dire Vito Crimi, candidato del Movimento 5 stelle in Lombardia: noi non siamo il partito di Grillo, quando sul simbolo sta scritto beppegrillo.it (ma forse si riferiva al termine "partito").
Fattore Internet. (Parlo qui soprattutto da giornalista oltre che da appassionato cultore della rete). Io sono sostanzialmente d'accordo con quanto scritto da Filippo Facci su Libero e riportato da Macchianera.net. In altre parole Raiperunanotte (l'unico vero evento web pre-elettorale) è stata una colossale occasione persa per "imporre quella par condicio naturale che ogni vero giornalista dovrebbe portarsi dentro". Una iniziativa che invece ha messo al centro la figura di Michele Santoro rafforzando i pregiudizi di tutti e risvegliando i fantasmi di chi lo considera solo un malcelato arruffapopolo.
Per il resto, semplicemente, i blog (che rimangono sempre un fenomeno di nicchia) dal punto di vista della capacità di generare consenso elettorale hanno dimostrato al momento di essere solo brusio di fondo, semplicemente il nuovo strumento scoperto da una parte del popolo degli ultras-elettori. Tutt'al più sono serviti a confermare le teorie di Ross e Geer: i due strateghi della comunicazione elettorale di Barack Obama secondo cui l’audience che si raggiunge in rete è per lo più quella dei sostenitori. La novità è che il web ha permesso un dialogo diretto con questi. Il web, in altre parole, sarà più utile da qui al prossimo anno che a una settimana dal voto.
La brutta impressione, da giornalista di carta stampata, è che il regresso di copie vendute, pubblicità e capacità attrattiva di parte dei media, in realtà sia determinato molto più da incapacità strutturali delle testate storiche di interpretare le necessità informative della gente che dall'avanzata di un nuovo strumento (che pure ha il suo ruolo nella partita).
IL FUTURO Bersani elogia il modello Liguria. "Claudio Burlando ce l'ha rifatta portando dentro sinistra e centristi, dipietristi e grillini". Da Veltroni (che portò il Pd alle politiche in semi-solitaria) a Burlando, quindi, rivince il modello ulivista del fu Romano Prodi. Che tuttavia manca sempre di metodo, ovvero di un percorso lineare e replicabile che pur nelle specificità indichi una via da percorrere in Piemonte come in Sicilia quando si arriva alle elezioni. Sinceramente non so come sia riuscita a Burlando la maggioranza ulivista del "dentro tutti". Tuttavia quel tutti insieme, praticato nel voto e che adesso si profila ancora più ampio, agli uomini di Veltroni continua a non piacere.
Vedo una sola strada per il Pd (ma il problema è di tutti quelli che non si riconoscono nella leadership di Berlusconi): le primarie di tutti coloro che si sentono alternativi alla destra, fatte mesi prima, giocate alla luce del sole. Non primarie di partito ma primarie elettorali, aperte a tutti, all'americana. Sempre, non solo quando fa comodo (leggi Penati).
Il metodo sarà efficace solo se unitariamente la sinistra tutta si richiamerà ai valori del '93, quelli che portarono al referendum vinto dai maggioritaristi guidato da Mario Segni, ripartendo da un punto: la rappresentanza "il più diretta possibile" fra i territori (intesi come collegi elettorali) e i loro rappresentanti. Quello stesso referendum sconfessato dalla riforma Calderoli di dieci anni dopo.
Per farlo servirà una battaglia tutta politica, di posizione, di composizione e di dialogo.
Pensare di far passare questo dallo sdegno popolare, lo dimostra il voto che ha dato un colpo di straccio a un anno di scontri (diciamo da Noemi Letizia in poi), è l'ennesima strategia perdente.
A fare i populisti e gli insurrezionisti (anche quando stanno alla maggioranza ma parlano da opposizione) sono più bravi gli altri. E questo - checchè ne dica la sinistra benpensante e beninformata - ha determinato la vittoria dei conservatori.
lunedì 29 marzo 2010
Gente che ne capisce :)
Un po' di autocelebrazione in giorni come questi ci vuole.
In sostanza: anche dall'Inghilterra non sembrano disposti a scommetere che il futuro del web sia a pagamento.
Segnalato da Manteblog.
L'astensionismo
E avrete un paese funzionante in cui vota chi si informa, ha un'idea e va ad esprimerla con il voto. Al bando il qualunquismo: fate un favore al Paese, state a casa.
sabato 27 marzo 2010
venerdì 26 marzo 2010
Comunque vada a finire
Elezioni regionali in diretta su Bresciaoggi.it

Le Elezioni Regionali 2010 saranno l'occasione per il primo esperimento di Live blogging su Bresciaoggi.it.
Lunedì seguiremo in diretta gli scrutini elettorali con diversi servizi ma soprattutto attraverso diversi canali. Oltre al sito avete a disposizione il mio blog e la mia pagina twitter, ma anche la pagina Facebook del quotidiano e ovviamente il sito del quotidiano.
Ovviamente siete caldamente invitati a linkarci e condividere i nostri contenuti sui vostri blog, sui vostri profili di twitter, facebook e dei vostri social network preferiti per diffondere il più possibile le informazioni in tempo reale che metteremo a disposizione.
La vera novità sarà proprio quest'ultima: la possibilità di tenervi aggiornati grazie alla multicanalità del web 2.0. Speriamo di essere all'altezza. Attendo (qui) commenti e critiche.
STAY TUNED!
giovedì 25 marzo 2010
Non contiamo più un cazzo

Nei giorni scorsi ho intervistato Marco Fenaroli in qualità di ex segretario della Camera del lavoro di Brescia.
Curiosamente Fenaroli (tra le tante altre cose) sostiene che: "ragionare sullo sviluppo di Brescia a prescindere dal livello regionale in questo momento non è più possibile". Voglio sgomberare il campo da equivoci: non si tratta di una suggestione pre-elezioni regionali, ma di qualcosa di molto simile a quanto disse quest'estate (sempre a me, sempre in un'intervista) Francesco Bettoni sostenendo: "Un modello nuovo, che abbandoni la centralità provinciale per ragionare su larga scala, su base regionale, ridefinendo economicamente la gestione delle risorse e l'erogazione di servizi per dare più efficienza alle imprese".
Una curiosa coincidenza che attraversa un po' tutto l'arco costituzionale ed anche economico della provincia. Non trattandosi di convergenza tra Fenaroli e Bettoni mi sembra solo l'occasione per constatare che nel tempo in cui si parla più di territorio, il territorio è molto più vuoto di prima. In altre parole: non contiamo più un cazzo.
A2A
Se sia più nobile accontentare gli azionisti, o mettere fieno in cascina, che la nottata è più lunga del previsto, e sognerete di avere sempre le stringhe slacciate.
martedì 23 marzo 2010
Clandestini? Un problema del passato
Evviva. Segnalato da Non Leggerlo.
PS: da lì in poi guardate solo se odiate veramente Bossi, perchè io mi sono veramente commosso per quest'uomo esposto su un palco in questo modo da qualche sciacallo
lunedì 22 marzo 2010
La me storia l'è diversa!
Ecco quindi a voi un bell'esempio di hip hop agricolo real Made in Brescia, l'unico in grado di illuminarvi sulle verità della vita: "An dele patatine troe apena peciotade".
We are social, anche in italiano
Rispondere è cortesia

Vorrei ritornare sulla scelta di Adriano Paroli, sindaco di Brescia, e Daniele Molgora, presidente della Provincia di Brescia, di non rispondere all'inviato di Report, trasmissione di Rai3, sulla questione dei doppi incarichi.
Personalmente (ma attendo che qualcuno più esperto di me mi illumini in materia) non ritengo che tra i doveri istituzionali di un politico ci sia quella di rispondere sempre alle domande di giornali e giornalisti. Legittimo, quindi, che Paroli e Molgora non abbiano risposto.
Altrettanto legittimo è, tuttavia, che i giornalisti, e i cittadini "interpretino" i silenzi. In tutti i corsi di comunicazione, del resto, si insegna che la comunicazione non verbale ha comunque un significato comunicativo. Figurarsi in politica.
Stupisce, più che altro, che i politici a volte non capiscano che:
- non tutte le loro iniziative sono interessanti per i lettori, e quindi a volte possono essere bellamente ignorate
- non tutte le loro conferenze stampa meritano una apertura di pagina, a volte ti viene difficile tirare fuori una breve
- non tutto quello che scrivi su di loro deve nascere dalla loro voglia di parlare, ma spesso dalla voglia di sapere dei cittadini
Mi limiterò a questi tre punti.
Spiace, tuttavia, vedere che il metodo acquisito è ormai quello del leader del centrodestra Silvio Berlusconi. Inaugurato non già con le celebri 10 domande di Repubblica che qualcuno ha voluto bollare come ingiustificata voglia di gossip pruriginoso, ma con un ben più importante dossier de LA PADANIA che il 19 agosto 1998 fece una serie di domande allo stesso Berlusconi sulle sue collusioni mafiose.
Nel frattempo, putroppo, anche l'opposizione (il Pd in particolare) era stata chiamata (dall'estero) a rispondere a dieci domande sul futuro dell'Italia. Un appello cui risposero solo due blogger del Pd: il pisano Marco Bani e il brianzolo Pippo Civati.
Alla fine la domanda è: si possono scegliere i propri interlocutori? A mio modo di vedere si. Ma è altrettanto lecito attendersi libere interpretazioni e valutazioni di conseguenza.
Detto questo una domanda più provocatoria è la seguente. Meglio non rispondere denunciando palese imbarazzo in modo tacito o rispondere facendo figure mediocri col rischio di aggravare le proprie posizioni sulla scorta di dichiarazioni estemporanee e poco ragionate come successo a Riccardo De Corato e Nunziante Consiglio che va in difficoltà e arriva anche al minaccioso "sono di una cattiveria che lei non immagina" (prima di tornare, giorni dopo, a più miti consigli). Da questo punto di vista devo dire che il silenzio mi sembra una scelta molto più coraggiosa, logica, responsabile.
Un ultimo passaggio. Diverse volte nel corso della puntata si è sentito che: Il popolo sovrano decide chi eleggere per essere rappresentato. Una affermazione vera, ma solo in parte. Che se è valida per quanto riguarda presidente della Provincia e sindaco di una città non è altrettanto valida per quanto riguarda i parlamentari. In questo caso il popolo sovrano può, con la legge elettorale attuale proporzionale e con liste bloccate, decidere da quale partito essere rappresentato. Sta poi alla discrezione di questo partito decidere chi mandare in Parlamento in base a patti politici tutti interni all'organizzazione. La forzatura, in questo caso, mi pare innegabile.
Di seguito le dieci domande de La Padania, riprese in passato dal blog di Beppe Grillo.
Innovazione bresciana: Imar (Ponte San Marco)
Qui il sito internet del gruppo, che peraltro ha anche un canale youtube con un contributo (anche se si tratta di un video molto tradizionalista basato in sostanza sulla comunicazione di prodotto).
Gli sdoppiati
Del rifiuto a rispondere alle domande dell'inviato parla anche Bresciaoggi
domenica 21 marzo 2010
sabato 20 marzo 2010
Informatica: il vero volto della crisi

I dati diffusi da Assinform nei giorni scorsi suggeriscono riflessioni ben più profonde rispetto alla semplice considerazione congiunturale di una crisi che si ripercuote anche sul settore informatico.
L'allarme è soprattutto uno. Evidenziato anche da Business online: Il disinvestimento italiano in Information Technology, pari a 1.657 milioni di euro, è un segnale allarmante di arretramento del Paese verso assetti strutturali di basso profilo competitivo, che rischiano di condannarci alla stagnazione.
La notizia stride se ad esempio messa in parallelo con quella riportata da Luca de Biase sul suo blog a proposito delle nuove assunzioni nel settore informatico al New York Times. Non, in sostanza, profili legati direttamente al prodotto ma alla sua evoluzione.
E' questo ciò che mi spaventa di più della crisi: l'incapacità di visione da parte di molti imprenditori. L'atteggiamento conservatore del Paese. L'incapacità di progettualità per una politica dell'Information technology incentivante.
Lo strano concetto di milione
Censureality

C'è poco da fare, la televisione in generale e i reality show nello specifico, non riescono ad appassionarmi.
Però vale la pena di leggere il blog del mio collega Marco Toresini che sembra essersi appassionato al caso dell'autoesclusione dello scrittore bresciano (di Montichiari) Aldo Busi dall'Isola dei Famosi, e ne sta scrivendo da giorni.
Sostanzialmente Toresini smaschera (se ce n'era bisogno) le logiche buone per gli allocchi adottate dagli autori:Busi è Busi e si compra "all inclusive", tanto le "avvertenze", così come gli effetti indesiderati, sono noti da anni e scritti da tempo sull'etichetta. Una verità che dà ragione a Aldo Grasso che sul Corriere ha parlato della ipocrisia di uno scandalo annunciato.
E' l'ennesima operazione da parte di osservatori professionali qualificati, di cui i telespettatori dovrebbero sempre nutrirsi, di smascheramento delle logiche televisive che tentano, periodicamente, di confondere il reale con il reality, tentando costantemente di mettere in atto il delitto perfetto di cui ha parlato Jean Baudrillard. (e di cui ho parlato tempo fa a proposito del caso Morgan su questo blog.
Giornalismo, tempi, notizie, approfondimenti
L'ultimo caso in ordine di tempo è quello della conferenza stampa in cui il vicesindaco di Brescia, Fabio Rolfi, ha denunciato una sorta di "discriminazione" dei bresciani nell'accesso alle case popolari.
Su quibrescia.it è partito il consueto dibattito fatto di qualche riflessione, tanto tifo, molte contrapposizioni. Il quotidiano online cittadino sta confermando la sua crescita in termini di partecipazione, e questo a mio giudizio gli impone sempre più di fornire un numero crescente di strumenti di valutazione.
Laura Castelletti sul sul blog politicizza la questione: Il Rolfi di lotta chiede al Rolfi di governo. Ma al di là del metodo aggiunge un vero elemento mancante per una lucida analisi: la Regione è l’unica istituzione che ha il potere di modificare i criteri da utilizzare nell’assegnazione delle abitazioni ad edilizia convenzionata. Un passaggio assente, questo, nel pezzo giornalistico di quibrescia, che ha fuorviato la discussione degli utenti.
Sono, in sostanza, i limiti dell'informazione spray dei giorni nostri, che avrebbe bisogno di giornalisti tuttologhi capaci di saper trattare con competenza quotidianamente gli argomenti a sorpresa preparati (con strumentalizzazioni ad arte) dai politici che convocano le conferenze stampa (a prescindere dagli schieramenti). Tutto si risolve in una resocontazione di dichiarazioni senza la benchè minima possibilità/capacità di analisi che svilisce il ruolo stesso di chi fa informazione.
Nel merito avrei posto volentieri a Rolfi due domande:
- La prima di merito sulla sua "denuncia". Quale è la condizione dell'immigrato che accede ai benefici delle case popolari rispetto a quella dell'italiano/bresciano? In altre parole: siamo di fronte a casi di discriminazioni economiche o, effettivamente, lo stato di bisogno degli immigrati è commisurato alle reali necessità? Perchè qui stiamo parlando di sostegno su basi economiche, non ancora, fortunatamente, su basi razziali.
- La seconda di metodo politico. Quale credibilità crede possa avere, nel lungo periodo, la politica del fa e disfa di cui lui stesso si fa portatore dichiarando, a mio modo di vedere in maniera del tutto arbitraria che: "I cinque anni di residenza per gli stranieri prima di accedere alle liste per le assegnazioni, proposta che a suo tempo fu avanzata e introdotta grazie dalla Lega, ormai non sono più sufficienti, visti i flussi migratori indiscriminati che hanno caratterizzato gli anni passati". Dichiarando in sostanza il fallimento di una strategia ed anche quella di un rimedio (sui flussi migratori - ammesso che di flussi si possa parlare - governati dalla Bossi-Fini) interamente di matrice leghista.
giovedì 18 marzo 2010
Wiki tutto sa, e tra un po' tutto vedrà
Openvideoalliance ha lanciato una campagna per portare i video su Wikipedia. Qui potete trovare la guida.
Mine vaganti anestetizzate

Ferzan Ozpetek è un turco arrivato in Italia nel 1976 che conosce l'Italia meglio di un italiano. Lo so, ho detto una banalità provincialotta.
Ora provo a rifarmi. Ho appena visto Mine vaganti al cinema e mi è piaciuto. Le mine a volte esplodono, a volte si annullano, alla fine hanno un vago sapore anestetico da lacrima rimasta dentro gli occhi.
E' una pellicola di omosessualità repressa, di amori impossibili, di tradimenti carnali nascosti e giustificati e di tradimenti subiti silenziosamente. E' un film di liberazione sognata ma incompleta, che genera sogni immaturi senza speranza. E' al contempo, denuncia di un fallimento e mancanza di un progetto.
Nella malinconica decadenza dell'insieme Ozpetek riesce anche ad essere brillante. Riesce, volutamente, a inserire una sensualità strisciante e un amore debordante ma mai troppo fisico. Il film trasuda sessualità in eruzione che non si lascia mai liberare.
E' profondamente italiano, metafora di costumi resistenti, che ancora non riusciamo a lasciarci del tutto alle spalle, pur toccandone con mano in ogni momento il fallimento.
mercoledì 17 marzo 2010
Marketing scolastico
Ieri a Brescia è stata fatta una conferenza stampa per annunciare che partirà un liceo musicale al Gambara. O forse no. Cioè, il liceo si farà, ma la notizia non è ancora ufficiale (però hanno fatto una conferenza stampa), ergo ad oggi gli studenti che intendessero iscriversi al liceo musicale per l'anno scolastico 2010/2011 non avrebbero la garanzia sull’effettivo svolgimento del corso. .
Però il 26 marzo si chiudono le iscrizioni (quello è certo).
Che sono aperte da un po', ma sono aperte con riserva. E le ammissioni saranno sottoposte ad una prova preliminare.
Però presto che il 26 marzo è vicino.
In fondo, voi (o i vostri figli), dovete solo scegliere a cosa dedicare i vostri prossimi 5 anni di vita. Bazzecole no?
Allora pensi: beh, avranno cercato di farsi pubblicità attraverso i giornali perchè hanno bisogno del numero legale di iscritti.
Ma l'istituto garantisce: I requisiti minimi per la composizione delle classi richiedono almeno l’adesione di 27 alunni ma riteniamo che il numero effettivo degli studenti sia potenzialmente superiore.
Ma quindi, se tanto il numero ce l'hanno, la conferenza stampa, (a meno di dieci giorni dalla chiusura delle iscrizioni) cosa l'hanno fatta a fare?
Ok: riepiloghiamo.
Se oggi uno studente bresciano di tredici anni vuole andare a fare il liceo musicale non può ancora sapere come è il programma didattico che dovrà affrontare. Può iscriversi entro il 26 marzo ma non è sicuro di essere ammesso, perchè il liceo (che si farà) potrebbe anche non partire. Sa però che dovrà fare una prova di ammissione (come succede per le università a numero chiuso). Giusto, non vorremo generare un'intera generazione di musicanti fun-cazzisti. Hanno fatto una conferenza stampa per essere chiari e offrire un sacco di opportunità occupazionali come la carriera di cantante, compositore, direttore artistico o musicista.
Grazie, gentile pubblico. E benvenuti nel paese dei balocchi
PS: effettivamente, aggiungo io, del liceo musicale si sentiva molto la necessità. Una manovra che il ministro Gelmini non poteva evitare dopo aver annunciato i tagli sui 2.283 corsi di laurea attualmente esistenti in Italia. E dire che quando mi sono iscritto a sociologia dicevano che era un'inutile copia di scienze politiche...
Intanto anche a Varese si segnala come la riforma Gelmini stia creando non pochi problemi alla programmazione.
martedì 16 marzo 2010
Il Bigio, idolo dei gay bresciani

Nei giorni scorsi Bresciaoggi ha dedicato ampio spazio alla questione della statua del Bigio, in piazza Vittoria, che entro la fine del 2009 avrebbe dovuto tornare nella sua posizione originaria.
Ora nella polemica fra centrodestra (che lo rivuole al suo posto originale) e centrosinistra (che propone Campo Marte, considerandolo una icona fascista) si è inserita la comunità gay cittadina, che lo rivuol vedere in tutta la sua fallica eccellenza al posto di sempre. Fra i sostenitori, - si legge nell'articolo di Ivan Carli pubblicato dal quotidiano cittadino - invece, c'è la comunita gay che lo ha eletto a propria icona e ha intenzione di organizzare una grande festa
E l'asse Labolani-gay sta facendo divertire i blogger "diversi" attraverso Queerblog e altre fonti di informazione delle comunità omosessuali.
Un post che aiuta, secondo me, a capire, la sterilità di certe polemicucce da barsport tipiche della politica. Illuminante la chiusura: "Povero Bigio, strattonato a destra e a sinistra e, diventato suo malgrado, anche un’icona gay dopo aver vestito i panni di fascista. Non c’è più pace neppure per un prezioso colosso di marmo".
Crystall le club, l'apertura

Il nuovo locale di Brescia 2 (all'interno del Crystal Palace), che vede nella compagine sociale il cantante Francesco Renga, il fratello Stefano, l'imprenditore Alberto Volpi e Dante Fontana, attesissimo dai bresciani che in queste settimane lo hanno cercato su Facebook e su tutto il web, aprirà nel primo fine settimana di aprile, come si apprende dalla pagina FB dello stesso Fontana, che sarà il direttore artistico e annuncia nel suo status: "Crystall le club... ven 2. sab 3, dom 4 Aprile.... "je suis la nuit"..." dopo quasi due mesi di silenzio pressochè assoluto in cui si è dedicato a lavorare al progetto.
Finora la pagina Facebook ha totalizzato oltre 500 adesioni ed a giudicare dall'altissimo numero di richieste di ingressi per la serata di inaugurazione dovrebbero esserci un migliaio di persone all'apertura. Curiosa, peraltro, la scelta di lasciare libera la richiesta di "accrediti" per l'inaugurazione, semplicemente attraverso una richiesta sulla pagina di FB.
Intanto è nata una seconda pagina d'informazione Crystall le club saturday che vanta già addirittura 582 iscritti. Molto più dell'altra pagina ufficiale...
Holly e Benji versione Calciopoli
Praticamente è la versione Calciopoli :)
Le aziende ai tempi del blog
Curioso che le regole siano 11 e non le canoniche dieci. In realtà a me l'undicesima, ovvero Non useremo Twitter o Facebook solo per informare delle cose positive, ma anche per mantenere i clienti informati in caso di cattive notizie (es. un problema sui nostri prodotti) sarebbe piaciuto leggerla come introduzione, un po' come "Io sono il signore dio tuo" nei dieci comandamenti cristiani.
Reporters sans frontieres, rapporto 2010

Con qualche giorno di ritardo riprendo il rapporto 2010 di Rsf.
L'Italia viene citata una volta. Questo il passaggio: "Sempre più frequentemente gli stati si dotano di legislazioni repressive e cominciano ad applicarle. E’ il caso della Giordania, del Kazakhstan, dell’Afghanistan e dell’Iraq. Le democrazie occidentali non sfuggono a questa logica di regolamentazione della rete. In nome della lotta contro la pedopornografia o contro il furto della proprietà intellettuale, leggi e decreti vengono adottati o sono in fase di esame in paesi come l’Australia, la Francia, l’Italia, la Gran Bretagna. A livello internazionale l’ACTA (Anti-Counterfeiting Trade Agreement), che dovrebbe lottare contro la contraffazione, sta trattando in segreto, senza consultare ONG e società civile. Potrebbero essere decise misure potenzialmente liberticide come lo sviluppo di un sistema di filtraggio non sottomesso alla decisione di un giudice".
Per usare una metafora calcistica: solo un richiamo verbale dell'arbitro (propedeutico al cartellino giallo :) )
Ma le cose vanno peggiorando come spiega Guido Scorza sul suo blog. Trovato qui.
domenica 14 marzo 2010
Nobel a internet? Firmo, ma non so il perchè...
Queste le motivazioni di Viviana Beccalossi:
«Sono sempre abbastanza scettica sui social network - premette Viviana Beccalossi -, ma ho voluto firmare questo documento perchè ritengo che grazie a Internet tanti popoli non siano più isolati, penso che si siano costruiti rapporti importanti e che quello che un tempo era impossibile adesso non lo sia più: soprattutto per questo penso che Internet meriti il Nobel per la pace. Per questo ho firmato, anche se resto comunque convinta che in tante altre circostanze la tecnologia abbia contribuito a impoverire i rapporti e a bruciarli nel volgere di pochissimo tempo. Io sono sempre stata piuttosto lontana dai socialnetwork, poi, anche per vigilare su mio figlio, ho dovuto adeguarmi».
Considerazione personale: o Viviana Beccalossi non ha capito la domanda, o non sa cosa ha firmato.
Personalmente rimango contrario al Nobel per la pace a Internet
PS: non è stato interpellato Pierangelo Ferrari, l'altro firmatario. Che risulta solo come firmatario. Peccato perchè mi sarebbe piaciuto conoscere le sue motivazioni...
Sciopero Cgil a Brescia, intervista a Damiano Galletti
Su Bresciaoggi di sabato ho firmato la prima intervista a Damiano Galletti da segretario della Camera del lavoro di Brescia. Il futuro?. Una Cgil che punta a sopperire allo spazio sociale che nei comuni i partiti hanno lasciato vuoto.
Sono sostanzialmente d'accordo quando Galletti dice che la firma sull'avviso comune (articolo 18) è un attentato al lavoro ed una ulteriore spinta verso la sua eccessiva precarizzazione. Ma poi gli chiedo: "Zaltieri (il segretario Cisl, ndr) dice che lo sciopero del primo marzo (quallo degli immigrati) avrebbe escluso dalla piazza buona parte degli stessi interessati che al momento risultano occupati ma senza le garanzie sindacali adeguate, preferendo una manifestazione nel fine settimana". Ma secondo Galletti "il problema non sussiste, perchè la partecipazione è stata alta". (Un tema di cui avevo già scritto qui).
In sostanza da una parte si punta ad un'azione per il futuro (contro la firma separata di Cgil e Cisl) ma dall'altra non si mettono in discussione i metodi di questa azione, negando in sostanza che già oggi parte del mondo del lavoro è marginalizzata anche nelle opportunità di partecipazione. Verrà un giorno in cui la sinistra sindacale rinnoverà davvero i suoi clichè puntando al reale più che alla consolazione garantita dalle pratiche consolidate?
sabato 13 marzo 2010
Nobel a Internet? No, Grazie
Ma ancor più importante credo sia leggere questo pezzo di Reporters sans frontieres, segnalato da Luca De Biase.
Beppe Grillo e Andy Kaufman

Ieri sera c'era Beppe Grillo a Brescia. Del comico genovese (colto in questa storica copertina di Internazionale nella sua essenza) in vita mia ho visto dal vivo uno spettacolo. Ero a Rimini, avevo 16 anni, con mio padre, per l'assemblea nazionale della Cisl. Quella in cui Sergio D'Antoni cercava di accelerare per l'unità sindacale con Cgil e Uil. Non mi innamorai di Grillo, in quei due giorni, ma di Alain Touraine, sociologo francese che poi forse in qualche misura ha influenzato direttamente la mia scelta universitaria proprio in sociologia.
Sono passati 16 anni e la vita mi ha doppiato. Tragicamente oggi Grillo non fa più spettacoli ma comizi. Ma qualcuno non se ne è reso conto. Laura Castelletti sul suo blog conclude lapidaria: resta un comico e molti del pubblico erano lì per lo spettacolo.
Credo che la figura più vicina a Beppe Grillo sia quella di Andy Kaufman, interpretato da Jim Carrey in Man on the moon. Dissi qualcosa di simile per il caso Morgan, in questo caso è il personaggio e non l'evento a ricoprire il ruolo centrale.
Non siamo di fronte ad un politico ma ad una sorta di performer (scusate ma non trovo una parola italiana sufficientemente migliore di questa...) di cui non si ricordano idee ma battute e provocazioni, che smonta la realtà con intenti sarcastici per andare all'essenza del suo contrario. E facendo così dice cose condivisibili che possono sembrare politiche, ma non lo sono, perchè non avranno mai la portata propositiva necessaria per esserlo. Non a caso ogni tentativo programmatico, in Grillo, è estemporaneo (di lui si ricordano i tormentoni e gli attacchi, non le proposte) e sostanzialmente utopico, perchè l'antipolitico, fin che esisterà, avrà sempre il vantaggio di stare un passo fuori dal confronto reale sulle soluzioni possibili. Si crea in questo modo un piano che, più che anti-, è un altro-politico (che sposta metodi e quindi luoghi del dibattere) e può esprimersi con monologhi.
Non è casuale che nascano i movimenti Grillo, ma lui rimanga sempre defilato e comunque "non in campo". Sa bene, del resto, che il confronto gli toglierebbe l'unica arma (il monologo) e lo costringerebbe all'omologazione. C'è addirittura l'impressione che il movimento debba avere una bassa cifra politica (parlo proprio di chi poi si mette in lista) proprio perchè basato su qualcosa che non deve emergere a livello politico ma prettamente teatrale.
Il discorso sarebbe molto lungo. Il mio intento è quello di capire il personaggio e la praticabilità (ed esportabilità) del suo metodo. Non è (e non può) essere in discussione la sua ammissibilità nel confronto, ma credo che tra le domande che si deve porre un elettore una sia tra le prioritarie: dopo aver espresso idee condivisibili come può un mio rappresentante proporle, comporle e praticarle in quel territorio che è regno di mediazione e realizzazione del possibile che è la politica?
Ebbene, da lì in poi Beppe Grillo, a mio modo di vedere, tornerebbe ad essere ciò che è: un aggressivo comico genovese.
venerdì 12 marzo 2010
Equidistanze...
Questo tipo di indagini pre elettorali sono, a mio modo di vedere, da favorire. Peccato non esista un solo quotidiano in Italia capace di farlo a destra come a sinistra con distacco ed equidistanza.
giovedì 11 marzo 2010
Se non sai l'italiano, sallo!!!
Se ne parla sulla pagina facebook dell'assessore Mario Labolani
C'è la crisi
Smettetela di fare figli.
Quest'anno da una veloce stima 8 miei amici/colleghi/presuntitali sforneranno (o hanno di recente sfornato) un pargolo. Va beh che è un po' l'effetto dell'età, ma non leggono quello che scrivono i blog?
Rating, a chi giova tutto ciò?
Una raccolta di numeri che potete scaricare qui con le classifiche delle migliori bresciane e lo studio sui rating.
A me sorge solo una domanda: nell'economia moderna in cui l'anno scorso è già lontanissimo e tra un mese è quasi impossibile fare previsioni, a che serve uno strumento di valutazione che fa una fotografia dell'altroieri?
Non credo sia un problema di banche buone e cattive, quanto un problema per le stesse banche che attiene alla capacità di sostenere aziende con prospettive. Un tema che viene sviato con termini fuoriluogo come "premiare" e "merito". Non si tratta nè di premi, nè tantomeno di meriti, ma di condizioni e prospettive reali (nell'interesse dell'azienda ma prima ancora dello stesso istituto di credito).
Web condicio
Passi che per lanciare un'idea potenzialmente rivoluzionaria (fare la tv via web per scavalcare la par condicio) l'ex direttore del Tg5 scelga il giornale della borghesia milanese...
Personalmente, tuttavia, ritengo che ci sia un errore di valutazione. Perchè sul web dovrebbe funzionare quello che può funzionare in tv? Il web è tv, è radio, è carta stampata senza la carta, è tutto e quindi è un'altra cosa. Il web si autocostruisce, si inventa e si esporta. Difficilmente si importa. Solitamente tende a distruggere le grandi operazioni sponsorizzate ed a promuovere, al contrario, le idee delle formichine che nascono dal basso e si espandono. E fortunatamente oggi il web sfugge ancora alle ingessature del legislatore nazionale.
Informazion sul web? Sì, ma a partire dall'essenza di uno strumento nuovo, senza i condizionamenti dei media moribondi.
Intanto di Internet parlerà oggi, alla Camera, Lawrence Lessing.
Il dibattito è aperto. Fra le suggestioni più interesanti c'è quella di Wired che ha candidato Internet al Nobel della pace. Non mancano gli oppositori, fra cui questo contributo di Giacomo Dotta (collaboratore di Webnews e Html.it) che si riassume così: Non confondiamo lo strumento con l’obiettivo, altrimenti non daremmo il giusto valore alle idee ed alle persone. Parere a mio modo di vedere interessante e condivisibile. Senza escludere ciò che scrive oggi Luca De Biase, che mi sembra inserirsi nello stesso filone. "Sappiamo purtroppo che nessuna tecnologia può essere pace, felicità, verità. E sappiamo che siamo noi che la usiamo a interpretarla, sulla base della nostra cultura, della nostra consapevolezza, della nostra storia. Ma è anche chiaro che internet, in particolare, è una tecnologia profondamente densa di umanità: il suo senso e il suo impatto dipendono dalle persone che si esprimono, si riconoscono, si connettono... "
E a proposito di persone e idee non posso non riprendere l'idea dell'ultimo Premio Nobel (che per chi non lo sapesse è Barack Obama) che enfatizzando il ruolo di internet come strumento di democrazia ha deciso sospendere alcune delle misure che limitavano le operazioni di provider americani in paesi 'nemici' come Iran, Cuba e Sudan. per rendere "più facile ai singoli cittadini in Iran, Cuba e Sudan usare internet per comunicare tra di loro e con il resto del mondo".
mercoledì 10 marzo 2010
I blogger della Leonessa

La blogosfera bresciana pullula.
La faccenda delle carte di credito della Loggia tiene banco anche sui blog: dal più riflessivo Egidio Papetti secondo cui "Essere indignati e diventare faziosi oggi è un dovere", al re dei livorosi Murodicani.
Nel frattempo Laura Castelletti si pone una domanda curiosa a proposito del succulento tema "pizzette e kebab in centro" che anche io ho affrontato qui. Se Birbes invece che aprire 6 mesi fa la “succursale” in via Mazzini decidesse di farlo ora… che succederebbe?. Potrebbe farlo? Le dareste l’autorizzazione?
Mentre interessantissimo è lo scambio di opinioni su Via Milano che si sta svolgendo su parlabrescia.it (Francesco Onofri).
Intanto è annunciato un comizio di Beppe Grillo (incredibile come all'improvviso quelli che venivano chiamati spettacoli o monologhi in Italia diventino "comizi") in città. Il blog di Grillo per chi non lo sapesse è stato votato dai blogger italiani "Blog dell'anno 2008" e "Blog andato a puttane 2009" (a dimostrazione delle libertà di pensiero e della velocità di trasmissione delle idee della rete.
Grillo sarà a Brescia venerdi 12 marzo, alle ore 20.45 in piazza Loggia. Vogliamo scommettere quale sarà l'argomento più gettonato?
Lapo Elkann: la passione per le palle
Ora sappiamo che oltre a non capire niente di calcio anche sul basket ci prende poco
Notare che erano allo scadere e i Raptors hanno perso!
Per la fredda cronaca: Lapo il 'disturbatore' aiuta i Lakers a vincere
martedì 9 marzo 2010
Pubblicità: il sorpasso
Outsell.
Le inserzioni su Internet, nell’anno in corso, negli Stati Uniti dovrebbero raggiungere 119,6 miliardi di dollari contro i 111,5 miliardi di dollari per la pubblicità su cartaceo. Secondo lo studio, nel 2010 il totale degli investimenti pubblicitari dovrebbe aumentare dell’1,2 per cento, raggiungendo i 368 milioni di dollari. Per quanto riguarda la pubblicità online, per il 52,8 per cento si concentrerà sui siti Internet delle stesse aziende.
La contrazione degli introiti pubblicitari per la carta stampata, stando a Outsell, riguarderà solo i quotidiani
(-8,2%, per un totale di 27 miliardi di dollari). I periodici invece beneficeranno di un aumento dell’1,9 per
cento, con ricavi pubblicitari di 9,4 miliardi di dollari.
Intanto, tuttavia, Google fa sapere che con le news non si fanno soldi. (E io mi sento poco bene).
Solo, mi pongo una domanda (e non è, cosa farò da grande): che l'inserzione, ai tempi del web, non sia più il metodo vincente per veicolare messaggi sui prodotti?
Di seguito la situazione in Italia.
I terroni non puzzano più
I terroni non puzzano più e guardano di traverso i pakistani. E' la prima amara, provocatoria reazione, che mi è venuta in mente leggendo (da qui, dal Nord Italia) "Ma il cielo è sempre più su?" di Luca Bianchi e Giuseppe Provenzano. E' la storia di una rimozione sociologica, quella della questione meridionale, che ha lasciato spazio alla rabbia xenofoba degli anni 2000, che presto potrebbe lasciare il campo ad un nuovo antagonista.
Il libro riporta sotto i riflettori tutti i problemi dell'immigrazione interna all'Italia aggiornati al 2010. Storia di migliaia di italiani. Storia di migrazione dimenticata. Il "leghismo" di potere ha sdoganato i meridionali, li ha ingabbiati, ha rimosso dall'agenda politica tutte le questioni che riguardavano il meridione d'Italia. E quando queste si sono ripresentate ha cercato di assopirle con idee da ancien regime: gabbie salariali, cassa del mezzogiorno.
Un bel testo, consigliato a chi vuole approfondire. Illuminante in tante letture sociologiche e storiche, riesce a porre alcuni obiettivi di fondo per una politica reale di cambiamento. Scorrevole, quasi un programma amministrativo-governativo corposo e completo a cui attingere a piene mani.
C'è, tuttavia, al di là dello sforzo di prospettiva degli autori, che cercano un orizzone progettuale su cui scommettere, un gusto agro nelle analisi. Non ultima la reale mancanza di una motivazione personale che muova le scelte personali di ogni individuo. Una volta c'era l'operaio che voleva il figlio dottore. Poi arrivò il precariato che svilì le attese di riscatto e confermò l'immobilismo sociale di un Paese invecchiato in grado solo di sotto-occupare i figlidottori.
Un Paese in cui l'appello estremo alla politica, partendo da questo assunto, diventa paradossalmente solo l'ultimo baluardo a cui si arriva già senza speranze, già rassegnati all'andazzo, già pronti al compromesso (a destra come a sinistra).
Miopia alla bresciana (con un tocco di provincialismo lombardo)

Mentre la Loggia attua le disposizioni del nuovo testo Unico Regionale, che saggiamente blocca la proliferazione dei kebab nel centro storico e nelle zone di riqualificazione come la Stazione e via Milano, gli indiani si sono presentati con il blocchetto degli assegni pronti a investire sulle aziende bresciane.
In altre parole: mentre l'assessore comunale Maurizio Margaroli blocca le licenze, l'assessore provinciale Giorgio Bontempi promette al console indiano Sarvajit Chakravarti una serie di incontri con le associazioni imprenditoriali.
Miopia? Strabismo? Scarso coordinamento?
La prima reazione è scontata: perchè bloccare le disponibilità di investimento di chi ancora vuole scommettere su attività commerciali? Ma il problema strategico è ben più grande.
Praticamente noi non gli vendiamo i negozi, ma tra un po' scopriremo che gli investitori stranieri hanno già comprato le città.
lunedì 8 marzo 2010
Non dimentichiamo Stefano Cucchi
Per Stefano Cucchi. Per non dimenticare.
8 marzo

La semplicità dei bambini a volte riassume alla perfezione il mio pensiero.
Io penzo (e credo) che la donna deve essere uguale a l'uomo, perchè non è giusto che non è uguale.
L'8 Marzo la donna deve essere uguale, all'uomo!
...
Io se ero quel signore il calcio non glielo davo quel giorno ch'era l'8 Marzo, un altro giorno sì.
e poi tutti a vedere i California Dream Men!!
da "Io speriamo che me la cavo" - Sessanta temi di bambini napoletani - a cura di Marcello D'Orta, maestro elementare
PS: in uno slancio di bontà credo che se le donne hanno voluto la parità gli uomini dovrebbero rivendicare il diritto ad avere le mestruazioni
Salsa e merende in Loggia

A Brescia in diciotto mesi sindaco e assessori della Giunta di centrodestra del sindaco Adriano Paroli hanno speso in rappresentanza 49.452 euro (di essi, 37.764 se ne sono andati in ristoranti). La Giunta del sindaco Paolo Corsini in 42 mesi spese 7.200 euro (non uno al ristorante). Media: 2.744 euro contro 176 euro. In gennaio - dopo un'interpellanza del Pd - le spese di rappresentanza sono crollate in gennaio da 2.700 a 6-700 .
In questo modo viene fermato un chiaro intento di sostenere l'attrattività enogastronomica bresciana. Fermateli!!!
sabato 6 marzo 2010
Facebook ammalato?

Negli ultimi giorni ho ricevuto almeno una decina di messaggi dai miei contatti di Facebook contententi virus, ovvero link a pagine di pseudo-download di film, in realtà malware ovvero software creato con il solo scopo di causare danni più o meno gravi al computer su cui viene eseguito.
Ieri anche l'Ansa ha dedicato un lancio alla questione, che non si trova in rete, ma che segnala un software gratuito, fornito dalla Defensio, che impedisce ai cyber-criminali di pubblicare link diretti a pagine-truffa sulle bacheche di Facebook.
Un problema da non sottovalutare, se si considera che la criminalità informatica ha superato il traffico di droga come fonte di guadagno illegale e che secondo una statistica pubblicata tempo fa da Symantec: un’identità online viene rubata ogni tre secondi, questo significa che in un anno ne vengono sottratte quasi 10.512.000.
HG
R: aaah! nooooooooooo, casso me lo dicevi!
G: l'ultima volta ero andato con te!!! e con fintagirl ahahaha no no fintateen
R: ahahah si ricordo
G: troppo bello il soprannome fintateen
R: sai che fintateen ha un bimbo?
G: usti. un bimbo vero o un fintobimbo?
R: va che alla fine, la fintateen piu fintateen: so io!
G: ahahah, sisi vero
G: è incredibile quante cose succedano tra un film di hugh grant e un altro
giovedì 4 marzo 2010
Che fine hanno fatto i Morgan?
Ma, mi rendo conto, che non sono il più adatto a recensire Hugh Grant, per evidente eccesso di tifo. Anche perchè il pubblico regala una sufficienza scarsa. Tuttavia apprezzo (e non mancherò di dirlo al mio amico Luca Canini quando la critica dimostra di essere così palesemente lontana dal pubblico.
Maximilian Hecker alla Latteria
Hecker è un esponente della corrente pop europea che punta ai grandi numeri del mercato discografico asiatico. Dal punto di vista musical-commerciale un precursore dei tempi che verranno, ovvero quelli di una musica che per vendere non potrà non guardare alla moltitudine di "china"-teen che sognano l'Europa ed hanno un crescente potenziale di spesa.
Da vedere. E da studiare come caso sociologico.
Il popolo è meno stupido di quel che pensi

Sul sito dei Club delle Libertà alla domanda Trovi giusto impedire agli elettori del centrodestra di votare i loro candidati per formalità burocratiche? Il popolo ha risposto: "Sì, le regole sono regole" al 97,8%.
Davanti all'ennesima invasione comunista ovviamente i gestori del sito hanno bloccato il sondaggio.
Ma soprattutto leggetevi i commenti (almeno fin chè non verranno democraticamente cancellati).
Peraltro il sito de Il Sole 24 Ore conferma sostanzialmente la tendenza...
trovato qui e qui.
Ed ecco qui invece come è andata tutta la storia
Chi odia i terroristi?
Ieri è stata fermata una rete internazionale di traffico d'armi. A Brescia c'era una delle basi strategiche. Da qui le armi partivano per la Svizzera, e poi per l'Iran.
Io non credo che si possano fare analisi sociali a partire dai dati di cronaca. Ma una dato non può essere trascurato: se passasse il Ddl Alfano sulle intercettazioni fortemente voluto da tutta la maggioranza di centrodestra questa indagine che si basa su elementi desunti esclusivamente dalle intercettazioni, non sarebbe stata possibile.
Il problema rimane: l'uso improprio a fini giornalistici delle intercettazioni rischia di diventare il pretesto per legare le mani a chi effettua le indagini. Forse gli stessi giornalisti dovrebbero riflettere, in questa fase, sul rapporto costi-benefici di certe condotte professionali. Qui un interessante approfondimento sul pensiero del Pm Armando Spataro.
mercoledì 3 marzo 2010
Moda e firme
(liberamente adattato da civati.splinder.com)
Il classico limone della buonanotte

A Brescia l'80% delle donne ha iniziato una storia d'amore con un bacio in auto.
Lo dice una utilissima indagine demoscopica di Direct line.
Giuro che non ricordo l'ultima volta...
Facebook non è il Grande Fratello
L'altra faccia del grande successo di Facebook è la corsa verso il basso dell'informazione veicolata.
Come hanno autorevolmente fatto notare Luca De Biase e Massimo Mantellini, la notizia del sorpasso di Facebook ai danni di Google News nel portare contenuti ai giornali fa da contraltare alla triste constatazione (si veda la tabella sopra), che il primo rispetto al secondo fa da cassa di risonanza per siti qualitativamente inferiori. In altre parole, come ha scritto Mantellini un simile flusso si dirige - come era forse prevedibile -verso siti tendenzialmente di cacca.
Era difficile, del resto, pronosticare che dopo le condivisioni in massa di gruppi idioti si passasse improvvisamente ad una svolta intellettuale nell'informazione.
Ma fortunatamente siamo su Internet, dove la libertà è sovrana, nel senso che oltre a poter "cambiare canale" l'utente ha anche la possibilità di dare il proprio contributo in fatto di contenuti.
Facebook non è un reality stile Grande Fratello in cui ci si muove in prima persona ma su binari predefiniti. Oltre ad essere fruitori e diffusori di contenuti gli utenti possono anche esserne creatori, ricavando nicchie di qualità (intesa come capacità di conoscenza, analisi e approfondimento). Il ragionamento, forse, va fatto solo in termini di opportunità, e quindi di valori assoluti anzichè percentuali. E qui sta la chiave di lettura, come dimostra il fatto che ormai il traffico generato da Facebook è in assoluto superiore a quello di bigG.
La svolta Cgil, Brescia d'opposizione
E nella Cgil di oggi c'è già molto più di Galletti, ex Fiom, che dello stesso Fenaroli, ex Spi (storicamente, ed anche oggi, la categoria più a destra della Cgil). Con lui la segreteria dovrebbe essere composta da Ida Arici, Luciano Pedrazzani e Pierluigi Cetti.
Significativo che il consigliere Pd Claudio Bragaglio abbia voluto fare un plauso «al cambiamento di direzione impostato» augurandosi al contempo che «faccia tesoro dell'esperienza sindacale estremamente positiva di Fenaroli». Sarà forse un preoccupato messaggio in codice?
martedì 2 marzo 2010
Primo marzo per chi?

E' condivisibile la posizione di Renato Zaltieri, segretario della Cisl, sulla manifestazione del primo marzo a Brescia. "Un tema importante da affrontare - ha detto questa mattina Zaltieri intervenendo al congresso della Cgil - ma non attraverso uno sciopero: molti immigrati proprio a causa delle loro condizioni di lavoro precarie non sono stati in grado di intervenire nelle manifestazioni".
La Cgil bresciana non ha gradito ed ha rumoreggiato. L'incazzatissimo Muro di cani invece condivide. Per il vicesindaco sceriffo Fabio Rolfi è stata solo "Una carnevalata". Dal canto suo Distanti saluti dice fuori dai denti una cosa che pensano in molti: "Uno dei problemi più seri che abbiamo oggi in Italia è la massiccia presenza di leghisti, riconoscerlo non significa essere razzisti!".
Potremmo starne a parlare a lungo senza risultato. Il solo dato incontestabile che rimane, a mio avviso è quello emerso nei giorni scorsi da una ricerca del Cirmib, il Centro interuniversitario di ricerca sulle migrazioni, presentato alla Cattolica, secondo cui Brescia non è più una città modello nell'integrazione.
Il bivio è chiaro: o si considera la società attuale nella sua interezza, come dato e non come fastidio, o i rischi di attriti non possono che crescere.
Parole in libertà
Un blogger che vive facendo il giornalista

D'ora in poi quando mi chiederanno "cosa fai nella vita?" risponderò così... più che altro perchè questa definizione mi permette di sorridere quando sentirò dire (come oggi al congresso della Cgil) in tema di cittadinanza e partecipazione: "leggiamo i resoconti delle conferenze stampa, ma non basta a nessuno". Sapessero quante volte io vorrei mettere un link all'interno di un mio articolo sul giornale!!
Condivido innanzitutto la posizione di Federica Sgaggio, anche lei (ma solo casualmente), giornalista del mio gruppo editoriale, secondo cui: "l'evoluzione editoriale tende a cambiare il lavoro dei giornalisti escludendoli progressivamente dal mondo degli intellettuali" e quindi spingendoli ad aprire un blog. Una tesi ripresa anche dal direttore di Nova Luca De Biase che puntualizza: "Chi fa sia l'uno che l'altro può sentirsi tagliato in due, visto che in entrambe le situazioni scrive, ma in un caso per esprimersi e connettersi, nell'altro caso per sviluppare una linea editoriale".
lunedì 1 marzo 2010
Tipo "00", c'è vita nella notte

C'è un interessante movimento, tutto da verificare dal punto di vista qualitativo, nella Brescia di notte. Questo fine settimana farà il suo esordio il nuovo Tipo "00" di via Fratelli Bandiera, 3. Il locale - arrivato all'apertura in sordina rispetto all'atteso Crystall di Francesco Renga & C. - verrà inaugurato con il live dei Vessel- progetto di Nuccini- Emanuele Reverberi (Giardini di Mirò)- Alessandra Gismondi (Pitch). qui potete trovare la programmazione del mese di marzo (aperture il venerdì e la domenica sera).
L'augurio (non avendo altri elementi di valutazione) è quello di riuscire a vivacizzare il più possibile la zona riuscendo a coinvolgere una clientela che vada oltre i naturalmente attratti radical chic abituali presidiatori dei dintorni.
Alto profilo
Un modo infallibile
(ma anche una pubblicità azzeccatissima...)