lunedì 15 febbraio 2010

Google colleziona socialdisastri, ma dorme sonni tranquilli

google wave

Il celeberrimo BigG rischia di perdersi in un bicchier d'acqua e sviluppare una sorta di sindrome da social network. Nonostante i vantaggi acquisiti.

La rincorsa è partita da tempo, ma per ora la vocazione social di Google sembra essere solo quella ai disastri. Anche se le armi sono affilate e le possibilità di investimento importanti.

Partiamo dai sonni tranquilli.

Per ora dalle sfide rimangono defilati gli editori dei media tradizionali. Sarà così, credo, fino a che questi non capiranno che i loro brand, spesso fortissimi fuori dalla rete, non rappresentano un valore altrettanto grande una volta sbarcati nel mare magnum di internet. In tal senso le imprese editoriali tradizionali dovrebbero iniziare a studiare cosa funziona sulla rete per anticipare, magari in un prossimo futuro, operazioni come l'acquisizione di Aardvark da parte di Google.

In altre parole si tratta di acquisire credibilità sulla rete facendo propri servizi strategici e dal potenziale di crescita interessante. Molto più che interrogarsi su come veicolare i propri contenuti (spesso di altissima qualità) su un nuovo media (che in realtà tende ad imporre dinamiche proprie nella fruizione di contenuti).

ed ora veniamo invece ai piccoli grandi incubi quotidiani di BigG

Prendo spunto dalla rubrica di Mantellini su Punto Informatico che evidenzia come a Google con i social network non hanno mai avuto troppa fortuna. Da Orkut a Jaiku, fino al recentissimo Google Wave, progetti e acquisizioni varie nel campo delle reti sociali, dalle parti di Mountain View, quasi mai hanno raggiunto i risultati attesi.

Buzz è solo l'ultimo esempio. Nel frattempo si scopre da San Francisco Chronicle che Facebook ha superato Google per diventare la massima fonte di traffico per alcuni portali principali (cit. De Biase).

E' il successo dei social search engine, che impongono una fruizione dei contenuti diversa da prima, più comunitaria e ragionata, a cui Google cerca ora di porre rimedio con Aardvark, un servizio che consente di porre un quesito e ottenere una risposta dagli amici e dagli amici degli amici. L'ennesimo tentativo di riposizionamento social.

Mi limito a due considerazioni
1. nella vita avere una illuminazione geniale è tanto, la seconda è quasi impossibile. dalla sua nascita ad oggi internet ha mostrato una tendenza democratica a vanificare, nel lungo periodo, i tentativi di egemonia. in questo senso la strategia di consolidamento di google diventa, irrimediabilmente, tempo perso.
2. se ci si pone invece l'obiettivo di consolidare attività editoriali nei nuovi media come nei media tradizionali è forse tempo che i due mondi (a tutti i livelli, non solo ai vertici di Newscorp-Myspace) inizino a sporcarsi le mani investendo reciprocamente gli uni negli altri creando moderne aziende di contenuti e diffusione degli stessi che superino il consolidato dualismo tra nuovi e vecchi media.

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