venerdì 10 dicembre 2010

Valorizzare il territorio. Solo parole.







Se lo sviluppo della green economy resta un bel proposito non realizzato, anche il consolidamento del settore primario, quello maggiormente legato al territorio, nell'ultimo anno non fa intravedere nulla di buono: a Brescia come nel resto d'Italia.

In Italia le imprese attive nelle coltivazioni e nell’allevamento registrano in un anno una diminuzione del 2,1%, passando da 873.137 imprese a 855.089. “Tengono” pur registrando una lieve flessione le imprese di Sardegna (-0,4%), Puglia (-0,6%), Calabria e Trentino Alto Adige (-0,8%). E’ quanto emerge da una elaborazione dell’Ufficio studi della Camera di commercio di Monza e Brianza su dati Registro Imprese.


Dai dati della si evince anche che Brescia è la provincia che da sola conta più del 20% delle aziende attive 11.198, ma che al contempo registra il calo percentuale più ingente nell'ultimo anno: -2,1% (novembre 2009 - novembre 2010).

Ed anche i dati Istat (che pure hanno corretto al rialzo dello 0,3% le previsioni sul Pil) sulla produzione non fanno ben sperare.

Cali congiunturali invece per agricoltura (-1,2%) e per gli altri servizi (-0,2%). In termini tendenziali il valore aggiunto dei servizi è aumentato dello 0,7%, quello dell’industria del 4,3% mentre hanno registrato andamenti negativi l’agricoltura (-0,8%) e le costruzioni (-0,7%).

1 commento:

  1. Si potrebbe facilmente dire che il calo è in linea con l'attuale situazione, che di questi tempi nulla, o quasi, migliora, ma vorrei tentare alcune riflessioni sull'argomento. Esiste da anni una disaffezione, specie da parte dei giovani, alle attività agricole, viste come pesanti, poco remunerative, obsolete. In alcuni casi, diciamolo, si è continuato a produrre secondo modelli che stanno mostrando la loro debolezza o inefficacia. Gli aiuti al comparto finiscono, pare regola generale, a realtà che non ne necessitano particolarmente o che ne fanno non brillante uso, mentre riesce sempre più difficile avviare nuove imprese. Il mercato è invaso da produzioni sempre più globalizzate che in virtù del prezzo hanno vita facile rispetto ad alternative locali. L'informazione appare molte volte ferma a frasi banali e retoriche come "Questo è latte vero, genuino!!" e questo formaggio "è buono, buonissimo!!". Sentito qualche giorno fa in un canale televisivo nazionale per descrivere un formaggio camuno, dire quale comportava probabilmente troppo sforzo all'aitante commentatore ...

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