sabato 4 dicembre 2010

Enzo Torri, nuovo segretario generale della Cisl di Brescia



Nei giorni scorsi ho intervistato per Bresciaoggi Enzo Torri, (nella foto è a sinistra con il suo predecessore, Renato Zaltieri). C'è un passaggio, tuttavia, che voglio riprendere qui, uscendo dal ruolo di intervistatore ed entrando in quello di blogger.

Rispetto alla Cgil sembrate avere meno appeal, forse anche meno contributi dall'esterno, meno «affluenti sociali» per così dire. È un rilievo fatto anche dalla Uil in un recente dibattito, notando che l'audience è assai diversa.
«Come ha detto il segretario regionale Gigi Petteni: non siamo il sindacato dei talk show. Siamo radicati nella quotidianità che fa meno notizia. Ma non significa avere meno efficacia: la riforma della contrattazione che noi abbiamo sottoscritto ha portato al rinnovo dei contratti, ad un modo efficace di governare la crisi, così come l'estensione degli ammortizzatori sociali. Come dice Guido Baglioni, non si tratta di essere più bravi o cattivi, ma di essere capaci di interpretare rispetto ai mutamenti in atto».


La risposta di Torri è incontestabile. I risultati ci sono. Ai posteri lasceremo l'ardua sentenza. Io tuttavia non trascurerei il ruolo che nell'adesione ad un certo mondo sindacale svolge tutto ciò che ruota intorno ad esso. Oggi credo che le organizzazioni non possano più limitarsi ad essere degli efficienti centri servizi ma debbano riconquistare quel ruolo di elaborazione politica che avevano in passato. Un ruolo che paradossalmente potevano accrescere dopo la morte dei partiti storici, e che invece è andato via via atrofizzandosi rendendole sempre più autoreferenziali (cioè chiuse e capaci solo di dialogo interno).
La mia non vuol essere una critica ma un augurio al nuovo lavoro di un segretario che nel prossimo anno e mezzo potrà tutt'al più gettare le basi per un lavoro di prospettiva. E che per essere convincente dovrà mostrare inevitabilmente segni di innovazione e di rottura degli schemi recenti se vorrà guadagnare autorevolezza.

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