
Giovane, laureato, proveniente dalle ricche zone industriali del Nord-Est e Nord-Ovest d'Italia: è questo l'identikit della nuova emigrazione che cerca lavoro all'estero perché non lo trova in Italia. Lo rivela - sulla base di dati ISTAT- la trasmissione "Giovani Talenti" di Radio 24.
La "fuga dei cervelli" ha cambiato pelle a partire dalla seconda metà degli anni 2000. I dati ISTAT, elaborati sulla base di bilanci demografici e sui trasferimenti di residenza, evidenziano che l'emigrazione è scesa in valore assoluto: nel 2009, l'anno più recente per disponibilità dei dati, 48.327 cittadini italiani si sono trasferiti all'estero, in calo dai 53.924 del 2008. Un dato che mostra comunque una certa costanza. A partire dal 2003: in media 50mila italiani. Ogni anno, cambiano residenza ufficialmente per andare all'estero. A loro si affiancano le migliaia di connazionali che - non censiti - lasciano il Paese, mantenendo nella Penisola la residenza.
Ma il livello di istruzione di chi lascia la penisola è il vero dato allarmante: il numero complessivo dei giovani con titolo di studio elevato, soprattutto quelli provenienti dalle regioni più industrializzate d'Italia alla ricerca di un impiego qualificato, è letteralmente esploso, passando dai 3.835 del 2002 al 8.936 del 2008. La loro percentuale sul totale degli espatri è salita così dal 9,7% al 16,6%. Nell'arco degli anni 2000 è dunque quasi raddoppiata. Al contrario è diminuita la quota dei diplomati in uscita: in sette anni si è passati dal 30,1% al 22,3%. Stabile la categoria "Altro titolo di studio" (61,1% nel 2008).
Dal 2004 al 2008 il periodo in considerazione, risulta che:
Ancora più sorprendenti le rilevazioni su titoli di studio e provenienza geografica.
Nord - In fortissima crescita appare l'emigrazione dal Centro-Nord: A) gli espatriati dal Nord-Ovest sono passati dai 9.932 del 2004 ai 15.209 del 2008 (+53,1%); di questi i laureati sono cresciuti del 90,9 % B) gli emigranti dal Nord-Est sono cresciuti, nello stesso periodo, del 63,5% (da 7165 a 11.712); di questi i laureati sono cresciuti del 93,8 %
Centro - In forte aumento anche la nuova emigrazione dal Centro: +58,4% nel periodo 2004-2008 (da 5.921 a 9.378); di questi i laureati sono addirittura saliti del 153%
Sud - Appare in calo sia quella dal Sud ( -37,3%), con 10.804 espatri nel 2008, a fronte dei 17.244 del 2004, sia quella dalle isole ( -35,5%); di questi i laureati emigrati sono +28,1%, un dato più contenuto rispetto alle altre aree d'Italia, e dalle isole +55,6%.
Quindi analizzando i dati l'anno di svolta appare il 2007, quando l'emigrazione dal Nord ha continuato a crescere, mentre quella dal Sud è calata.
Infine l'età, nel 2008 il 54,1% degli emigrati dall'Italia aveva un'età compresa tra i 25 e i 44 anni. Un dato in crescita rispetto al 48,8% del 2004. Che mostra come, ad emigrare, siano le classi di età più produttive. Nel Centro Nord la percentuale di 25-44enni sul totale degli emigrati ammontava - nel 2008 - al 57,3% del totale, contro il 47,6% del Mezzogiorno.
Tra le mete di espatrio, si confermano prevalenti le destinazioni europee e nordamericane: Germania, Gran Bretagna, Svizzera, Francia, Spagna e Stati Uniti. Se consideriamo solo i laureati, il loro flusso si concentra - nell'ordine - su: Gran Bretagna, Germania e Svizzera. Percentualmente, la quota maggiore di laureati italiani emigranti si registra per il Lussemburgo, seguito da Emirati Arabi Uniti e dalla Cina.
Stamattina ho sentito una persona, di professione politico, lamentarsi al telefono con un amico italiano, di professione ricercatore medico, che lavora all'estero. Diceva il primo: "Certo che siamo messi molto male qui in Italia con tutti questi cervelli che se ne sono andati via. Tu hai qualche soluzione per risolvere il problema?". Rispondeva l'amico: "Hai ragione. E' un problema serio. Ho però una idea da suggerirti. Dovreste favorire il ricongiungimento dei cervelli scappati dai loro corpi, .... che governano il paese. Sai quanti nuovi posti di lavoro si potrebbero creare?"
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