sabato 11 settembre 2010

Bonanni a Brescia e la platea che non mugugna più



Raffaele Bonanni è stato a Brescia due giorni dopo l'aggressione di Torino.
La platea cislina - che pure nell’ultima occasione in cui il leader era stato a Brescia non gli aveva risparmiato i mugugni - stavolta ne ha sottolineato i passaggi più significativi con approvazione. Potere delle contestazioni scriteriate che fanno ritrovare spirito unitario. Qui trovate la mia pagina su Bresciaoggi.

Tra le cose dette condivido soprattutto un passaggio. Anche perchè nelle occasioni pubbliche in cui ho avuto l'opportunità di dire la mia ho sempre sottolineato che la crisi in Italna non nasce dalla finanza scriteriata ma da un modello produttivo (soprattutto in Italia) entrato in crisi. Bonanni ieri ha detto: «l’Italia è stata negli ultimi cinquant’anni la Cina d’Europa, e Brescia la Cina italiana, ma quando si cresce molto ci si ammala ed ora bisogna trovare un nuovo punto di equilibrio». E spero di non essere stato l'unico a prendere nota, accostando questa frase a quel che dico io: "se giochi a fare il cinese prima o dopo arriva qualcuno più cinese di te".

Tra le tante definizioni ossequiose sentite in questi giorni del sindacato ce n'è una - registrata ovviamente a microfoni spenti - che a mio modo di vedere inquadra alla perfezione la situazione di tanti organismi di rappresentanza (di lavoratori, ma anche delle imprese) che coglie il momento, l'evoluzione, i metodi e le prospettive dell'associazionismo economico, ridotto ormai alla somma di "enti parastatali autoconservativi a porte girevoli".

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