
Ha assolutamente ragione l'assessore del Comune di Brescia Paola Vilardi (PDL) quando afferma di essere contraria in linea di principio alla trasmissione in diretta delle sedute del consiglio comunale (me lo sono appuntato: erano le 11.20). Vilardi elenca una serie di inconvenienti, tra cui quello di trovarsi a sottomettere i tempi televisivi a quelli del dibattito politico assembleare.
E' successo lunedì, durante la seduta del Consiglio comunale di Brescia che ha fatto il punto politico sull'attuazione del programma della Giunta del sindaco Adriano Paroli, registrando alcune defezioni al momento del voto nella maggioranza. Ovvero: laddove nulla poterono le carte bollate (e quelle di credito) riuscirono invece le rampanti ambizioni personali e gli eccentrici personalismi.
Dice bene Vilardi, e potrebbe aggiungere altre considerazioni:
- lo strumento televisivo è per sua natura invasivo, prende il sopravvento sui contenuti (oltre che sui tempi, come giustamente rilevato). Infatti il dibattito svoltosi lunedì a Brescia in consiglio è parso più una parata di comizietti politici di esponenti che credevano di poter avere il loro momento di notorietà, dicendo la loro a potenziali elettori attraverso la tv, piuttosto che un organico dibattito politico su presente e futuro della città. E questo è talmente vero che anche se del proprio intervento non si avrà nessun riscontro oggettivo (feedback, dati di audience, sentiment eccetera) l'occasione di 8 ipotetici minuti di gloria è talmente ghiotta da far passare ad un piano secondario il reale contributo apportato alla discussione, sacrificato sull'altare degli sms al gentile pubblico da casa.
- la partecipazione della gente al pubblico dibattito è svilita e potenzialmente ridotta ad un tifo televisivo da stadio. Perchè sfido chiunque a trovare un cittadino bresciano che abbia seguito le 15 ore intere di diretta. Per gli stessi giornalisti presenti districarsi tra le decine di argomenti sollevati con accenni flash era praticamente impossibile. Il risultato è che ognuno si riconosce in ciò che conosce e capisce al volo, perchè lo strumento (la tv) è volatile ed inafferrabile e lascia solo spazio alle percezioni
Purtroppo le parole dell'assessore Vilardi sono rimaste isolate, ma se veramente quello che si ha a cuore è la partecipazione, un confronto franco ed aperto sulla necessità di una rinnovata comunicazione istituzionale verso il cittadino - anche attraverso la tv - rimane un nodo aperto ed irrisolto che merita un approfondimento.
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