
Su Bresciaoggi (in una pagina che potete scaricare qui ho anticipato il progetto, attraverso il quale il Banco nazionale di Prova di Gardone Valtrompia sta cercando di diventare interamente bresciano sotto l’egida della Camera di commercio in qualità di azienda speciale.
Riporto qui soltanto la parte relativa alla ricostruzione delle vicende degli ultimi due anni. Dal decreto taglia enti di inizio 2009 (Brunetta) fino al tentativo centralista di far passare il ministero dal 25% al 60% in Cda, perchè credo sia un esempio della schizofrenia politica di questo Governo, del suo modo di muoversi, della totale inconcludenza e strumentalità della gran parte dei provvedimenti adottati o solo ventilati.
L’ente è da due anni al centro di una querelle tra le istituzioni locali ed il Governo. Ad inizio 2009 inspiegabilmente il Banco nazionale di prova delle armi (che è privato, ma di interesse pubblico) venne incluso nella lista degli enti inutili da tagliare del celebratissimo decreto Brunetta. Dopo il grande clamore iniziale, tuttavia, quel decreto non tagliò nulla. Durante Exa 2009 l’allora ministro dello Sviluppo economico Claudio Scajola - ai tempi ancora in sella, e ancora ignaro di chi gli avesse pagato casa - garantì ai produttori: «Il Banco non si tocca. Ci penso io, non so come ma ci penserò io». Il danno era evidente: la chiusura avrebbe creato un vuoto a livello nazionale visto che la struttura è l’unica in Italia atta a certificare armi e munizioni idonee a finire sul mercato. Dopo l’estate la prima svolta con la riabilitazione dell’ente, in seguito al cosiddetto «piano di riordino», che tuttavia lo appesantì burocraticamente imponento un collegio sindacale (30 mila euro circa all’anno di nuovi oneri). Degli 84 organismi che al 31 ottobre aderirono al «piano di riordino» nessuno fu tagliato.
Superato l’ostacolo Brunetta il Banco di Prova è finito nel mirino del Governo all’inizio del mese di giugno. L’obiettivo: ridurre i membri del Cda da 12 a 5 membri. Un taglio che nascondeva un fine secondario, perchè la riforma prevista puntava ad un azzeramento della presenza degli enti territoriali ed il depotenziamento della rappresentanza delle aziende (un armiere ed un munizonista in minoranza). Allo stesso momento la conferma dei 3 membri di nomina ministeriale avrebbe portato le nomine ministeriali dal 25% al 60% del Cda. La notizia cadde nei giorni della prima Exa international (a Toronto), e la reazione delle istituzioni locali economiche e politiche fu immediata, con il presidente della Camera di commercio Francesco Bettoni e quello del Banco di Prova, Aldo Rebecchi, che puntarono alla liberalizzazione dell’ente con l’intento di difendere una specificità locale, che ora ha portato a questo progetto.
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