martedì 31 agosto 2010

Toglietemi tutto, ma non il mio pirlo



Premesso che non credo molto nei sondaggi in cui viene uno e ti chiede: "Taglierai le spese questo mese per starci dentro?" ho trovato curioso scrivendo i due pezzi pubblicati oggi da Bresciaoggi è che i bresciani dichiarino di dover fare molti tagli nei prossimi mesi, ma che all'ultimo posto tra le voci in discussione nel tempo libero ci sia "bar, aperitivi e uscite serali", anche se al primo posto ci sono le "cene fuori casa".

Sarà il fascino discreto del pirlo???

nella foto una immagine presa nel mio locale preferito per il pirlo.. Udaberri Berri, via Lamarmora, Brescia

domenica 29 agosto 2010

sabato 28 agosto 2010

Armi, ecco il futuro del Banco di Prova



Su Bresciaoggi (in una pagina che potete scaricare qui ho anticipato il progetto, attraverso il quale il Banco nazionale di Prova di Gardone Valtrompia sta cercando di diventare interamente bresciano sotto l’egida della Camera di commercio in qualità di azienda speciale.

Riporto qui soltanto la parte relativa alla ricostruzione delle vicende degli ultimi due anni. Dal decreto taglia enti di inizio 2009 (Brunetta) fino al tentativo centralista di far passare il ministero dal 25% al 60% in Cda, perchè credo sia un esempio della schizofrenia politica di questo Governo, del suo modo di muoversi, della totale inconcludenza e strumentalità della gran parte dei provvedimenti adottati o solo ventilati.

L’ente è da due anni al centro di una querelle tra le istituzioni locali ed il Governo. Ad inizio 2009 inspiegabilmente il Banco nazionale di prova delle armi (che è privato, ma di interesse pubblico) venne incluso nella lista degli enti inutili da tagliare del celebratissimo decreto Brunetta. Dopo il grande clamore iniziale, tuttavia, quel decreto non tagliò nulla. Durante Exa 2009 l’allora ministro dello Sviluppo economico Claudio Scajola - ai tempi ancora in sella, e ancora ignaro di chi gli avesse pagato casa - garantì ai produttori: «Il Banco non si tocca. Ci penso io, non so come ma ci penserò io». Il danno era evidente: la chiusura avrebbe creato un vuoto a livello nazionale visto che la struttura è l’unica in Italia atta a certificare armi e munizioni idonee a finire sul mercato. Dopo l’estate la prima svolta con la riabilitazione dell’ente, in seguito al cosiddetto «piano di riordino», che tuttavia lo appesantì burocraticamente imponento un collegio sindacale (30 mila euro circa all’anno di nuovi oneri). Degli 84 organismi che al 31 ottobre aderirono al «piano di riordino» nessuno fu tagliato.
Superato l’ostacolo Brunetta il Banco di Prova è finito nel mirino del Governo all’inizio del mese di giugno. L’obiettivo: ridurre i membri del Cda da 12 a 5 membri. Un taglio che nascondeva un fine secondario, perchè la riforma prevista puntava ad un azzeramento della presenza degli enti territoriali ed il depotenziamento della rappresentanza delle aziende (un armiere ed un munizonista in minoranza). Allo stesso momento la conferma dei 3 membri di nomina ministeriale avrebbe portato le nomine ministeriali dal 25% al 60% del Cda. La notizia cadde nei giorni della prima Exa international (a Toronto), e la reazione delle istituzioni locali economiche e politiche fu immediata, con il presidente della Camera di commercio Francesco Bettoni e quello del Banco di Prova, Aldo Rebecchi, che puntarono alla liberalizzazione dell’ente con l’intento di difendere una specificità locale, che ora ha portato a questo progetto.

venerdì 27 agosto 2010

Caviale-gate, dura la vita se sei uno storione



Ieri, dopo aver espresso la mia critica nei confronti del comportamento degli pseudo moralismi anti caccia che tollerano la pesca - in qualsiasi forma - c'è stata una strage di storioni (nella foto un esemplare scosso dall'accaduto) in provincia, all'Agroittica di Calvisano, famosa per allevare del pesce così buono da riuscire a vendere il caviale anche ai russi (che è un po' come la storia del ghiaccio e degli eschimesi).

Si tratta (come dico del pezzo), del terzo incidente per gli storioni nella Bassa, il secondo nell'ultimo mese. Che non si vada verso uno storioni-gate?

Se siete scaramantici non leggete questo blog :)
Io non lo sono mai stato.

giovedì 26 agosto 2010

Ambientalismi



da una segnalazione di Maurizio Balducci

Chissà se Donatella Bianchi - conduttrice della trasmissione Rai Linea Blu - inorridirebbe con un uccello morto in mano appena cacciato, visto che con un pesce boccheggiante non batte ciglio.

A pensarci bene Linea Blu è l'ispirazione per un nuovo format tv.
TITOLO: Cacciaturismo.
SVOLGIMENTO: una famiglia ha una casa in campagna ed un allevamento di quaglie e fagiani che vengono liberati e cercati col cane, per poi essere abbattuti con il fucile. La parata si conclude con una bella tavolata di selvaggina preparata dalla cuoca di casa.

Appassionante, naturale, sufficientemente wild. Non c'è che dire...

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Writing, Brescia alla ricerca di un modello di dialogo



Su Bresciaoggi parlo del writing a Brescia. Il dibattito si è aperto nei giorni scorsi dopo che i nuovi treni del metrobus sono stati trovati taggati.

Credo che oggi il giornale abbia dato due contributi importanti, quello di Alessandro Mininno, che da anni svolge attività di ricerca sul writing ed ha pubblicato tre libri sul tema. E il mio pezzo in cui ho cercato di andare al cuore del problema, perchè, ad esempio, urlare che si spenderanno 250 mila euro per pulire i muri (che in realtà sono molti meno) se non viene paragonato con le cifre delle altre città è una somma senza alcun significato. E metterlo in cima ad un corposo programma come quello della Loggia (che in realtà parla di benaltro ed ha tutt'altra impostazione) è semplicemente fuoriluogo e fuorviante.

In realtà l'assessore Mario Labolani e il vicesindaco Fabio Rolfi hanno scelto la via del dialogo con i writers. Ed hanno elaborato un intelligente piano di collaborazione in otto punti per dare spazio alla creatività. Non è la fine del tag illegale, ma un ottimo modo per provare a risolvere il problema. Nei giorni scorsi ero personalmente infastidito dal fatto che tutto si stesse riducendo ai proclami polizieschi lanciati contro i taggatori del metrobus.

Mi spiego. Se Labolani dice: ora li prendiamo e pagheranno, semplicemente fa il suo dovere. Ma il messaggio non può fermarsi lì, e personalmente credo che giornalisticamente questo non sarebbe nemmeno il "titolo" se vivessimo in un Paese che sa far rispettare le leggi ed applica con equilibrio le sanzioni previste.

Anche io, come hanno fatto notare altri, sono convinto che la questione sia stata sollevata per una banale quisquilia di campanile contro Radio Onda d'Urto, che in questi giorni sta tenendo la tradizionale festa, che nell'Alabama bresciana rappresenta comunque il più importante evento culturale dell'estate (perchè è in assoluto il più partecipato). Ma mi pare che l'intento sia fallito.

E' un vero peccato che ci sia costantemente bisogno di accendere piccoli focolai ed inscenare dei muro contro muro, quando invece la razionalità dei provvedimenti e dei programmi amministrativi porta esattamente dall'altra parte. Forse, e lo dico direttamente a Labolani e Rolfi: si ignora che il costante clima di allarmismo crea una città psicologicamente più insicura, diffidente e sospettosa, difficile da far crescere da un punto di vista collaborativo, per non dire empatico.

In sostanza dico BRAVI a Labolani e Rolfi sul piano amministrativo. Peccato questo continuo sfociare del ruolo istituzionale in quello politico. Che rimane, purtroppo, quel che è.



Le due immagini di questa pagina sono prese da Gismovive.

lunedì 23 agosto 2010

Basta alle aziende amiche in Facebook

Ciao,
vi sto rimuovendo dai miei amici in quanto ho aderito ad una campagna per un uso corretto e migliore di Facebook: per le persone esistono i profili, per le aziende le pagine. Sarà felice di seguirvi nuovamente non appena aprirete la vostra pagina su Facebook. Avvisatemi quando accadrà.
A presto
Giovanni Armanini


Con questo messaggio inviato a tutti i miei "amici" di Facebook che non corrispondono ad altrettante persone reali sto aderendo alla campagna per un uso più consapevole di Facebook che venne lanciata qualche settimana fa da Marco Gafforini. Nelle prossime settimane segnalerò inoltre quando mi verrà chiesta l'amicizia da uno di questi falsi profili.

sabato 21 agosto 2010

Politica e Facebook

Vendola ha superato Berlusconi su Facebook, ma per Bossi c'è sotto qualcosa (no, non scherzo, vedetevi il link).

Io nel frattempo ho compilato la classifica dei politici bresciani con più "amici" pubblicata oggi a pagina 10 e 11 su Bresciaoggi, cercando anche di dare un valore a questi indici: gradimento? visibilità? attivismo? Un dibattito che resta aperto.

Ne parla anche il blog Virtualeco di Fabrizio Martire (Uncle Pear), uno dei due esperti che ho interpellato.

In classifica anche la bresciana Maria Stella Gelmini, che evidentemente ha più fan della zucchina, del cetriolo, della felce e pure - incredibilmente - della banana


l'immagine è presa da Vistracàonpetto di Ettore Ferrini

mercoledì 18 agosto 2010

Mercanti e servi

Marco Toresini sul suo blog invita a riflettere e commentare il concetto tornato nei commenti di queste ore, a proposito della morte di Francesco Cossiga, di "servitore della Repubblica", chiedendosi "quanti oggi, in uno scenario politico tutto sommato desolante, possano fregiarsi senza cadere nel ridicolo del titolo di servitore dell'Italia". Il mio primo link mentale è stato a questo controverso testo dei Nomadi e al suo approdo: "Mercanti e servi, la stessa vita, sogni o denari, sabbia fra le dita".







Lasciamo per un attimo da parte pensieri di malafede. Cosa ispira l'azione di un "servitore della Repubblica" se non un dogmatico atto di fede nei confronti dell'istituzione servita? Un'idea dettata da una fede totale, che prevede anche silenzi e ragioni di stato e ne difende legittimità ed efficacia a dispetto di altri valori come la libertà individuale. Una logica, per sua natura, con tratti allo stesso tempo positivi e negativi. Una logica sfociata nell'elitarismo del picconatore (che colpiva i palazzi disorientando l'establishment, ma senza nessuna intenzione di soppiantarlo - e fu anche picconatore di Calciopoli, come ricordato oggi dai blogger filomoggiani) che parrebbe in contrasto con l'anti-istituzionalismo di questi giorni, che punta allo scontro tra costituzione formale e materiale.
Invece questa volta ha visto bene l'augusto direttore del Tg1, Minzolini che già ha lucrato sulla morte del "servitore".

Accostare lo scontro in atto con le sue picconate (al contrario di quello che sembra voler dire il link precedente) non è fuori luogo. Sullo sfondo non appare più la stessa idea fideistica di una Repubblica - bene supremo - da servire, ma la chimera di quella libertà dei giusti che è in definitiva solo la ragione di una parte contro l'altra, l'ennesima (ecco il parallelo) mossa destabilizzante di un establisment che vuole perpetuare se stesso alla faccia delle istituzioni.

Dai servi ai mercanti, insomma, avevano visto bene i Nomadi: è "la stessa vita, sogni o denari, sabbia fra le dita". Ma visto che sono in vena di citazioni ve lo dico anche con J-Ax: "nel paese dei furbi i ribelli sono gli onesti". E nel paese dei picconatori conservatori difendere l'istituzione formale per ora vi farà solo un po' più progressisti. Insomma, nessuno, forse, può oggi fregiarsi del titolo di "servitore della Repubblica". Ma non ne sentiremo la mancanza.

sabato 14 agosto 2010

Due anni di crisi

Oggi su Bresciaoggi una mia pagina, con intervista a Maurizio Zipponi, sui due anni di crisi.
La potete scaricare qui. Mia opinione sintetica: non ci sarà ripresa fino a che le nostre aziende non evolveranno il proprio modello organizzativo passando dal familismo cattolico che le ha generate ad una moderna concezione manageriale d'impresa, basata sul merito. Finora, secondo me, abbiamo solo limitato i danni. Retorica? Ai posteri l'ardua sentenza.

Sull'argomento interessante anche il pezzo sul Leghismo rosso scritto nei giorni scorsi da Il Sole 24 Ore.

venerdì 13 agosto 2010

Io il busto a Miglio l'avrei fatto, ma..



Io il busto a Gianfranco Miglio lo avrei fatto. Un giurista-politologo influente nel pensiero contemporaneo italiano.

Detto questo. Non ho mai sopportato quando la politica si impossessa tout court di un personaggio per farne - da morto - una bandiera. Anche quando il personaggio (come dimostra l'uscita di Miglio dalla Lega per fondare il Partito Federalista, che altro non era se non un affrancarsi da facili etichettature e dalla strumentalizzazione del suo pensiero) si è per tempo distinto da quella visione politica, e per questa sua libertà di pensiero viene definito (da Umberto Bossi) una scorreggia nello spazio, come riportato dal blog di Marco Toresini.

Anche per questo concordo con Francesco Jebediah Wilson Apostoli - autore di Muro di cani su un passaggio: il problema vero – secondo me – sorge quando un partito si identifica con una persona e quando l’amministrazione pubblica e lo Stato si identificano con il partito. (cut) I leghisti sono gli unici che sfoggiano segni distintivi della loro appartenenza partitica anche quando ricoprono ruoli amministrativi e di rappresentanza.

Infine non capisco perchè, se uno banalizza un concetto in partenza, il suo interlocutore deve sempre abbassarsi a quel livello anzichè rifiutare il metodo e provare ad imporre un suo modo, diverso, di ragionare e pensare. La sinistra, in questo modo, sta subendo ogni possibile argomento accettando le banalizzazioni e smarrendosi sempre di più nelle astrazioni di una destra che ogni giorno si sveglia inventando significati e significanti alimentando la confusione generale ad uso e consumo del proprio potere.