
Nei giorni scorsi su Bresciaoggi con Thomas Bendinelli ho fatto una ricerca per verificare la situazione in città in seguito alla cosiddetta "ordinanza antighetto" (qui il
PDF della pagina). Lo spunto mi era arrivato da un allarmistico pezzo
di Bresciapoint.it dal titolo "
Niente spuntini notturni a Brescia: il "putrido" chiude". UN PEZZO CHE RIPORTA COSE NON VERE.
La realtà, come spesso accade a Brescia, non è così drastica, ma forse anche peggiore.L'ordinanza antighetto, per chi ancora non lo sapesse, impone
in due zone della città la chiusura degli esercizi commerciali e artigianali con aree commerciali alle 22, la pena è una multa da 450 euro. Annunciata in
agosto, è stata realizzata il 7 dicembre scorso, e divulgata ufficialmente il
13 dicembre in conferenza stampa).
Andando PERSONALMENTE a verificare le affermazioni fatte in quell'articolo ho potuto constatare che la situazione è assai diversa da quella descritta.
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PRIMA COSA NON VERAil titolo dice
il putrido chiude
e nel pezzo invece si legge
Praticamente è stato come obbligarli a chiudere, visto che buona parte delle vendite vengono effettuate tra la mezzanotte e le prime ore del mattino. Anzi, uno dei 3 negozi ha già chiuso
A parte lo stile da chiacchierata al bar (praticamente è stato come, anzi no hanno chiuso..): sono stato in via Vallecamonica (più precisamente Via Valsaviore, poi capirete il perchè) lunedì scorso (27 gennaio, tre giorni dopo l'articolo di Bresciapoint del 24 gennaio) e le tre fornerie dell'area erano ancora tutte aperte anche dopo le 22. Ho parlato personalmente con i tre proprietari. Per ora la reazione è stata passiva. Le
due fornerie interessate dall'ordinanza si rifiutano di pagare le multe (tra un attimo capirete perchè 2 e non 3). Attendono la scadenza dell'ordinanza (30 giugno di quest'anno) per vedere come andrà a finire.
Ma nessuno ha intenzione di chiudere. Tutt'altro. A me i proprietari sono anzi sembrati assai agguerriti.
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SECONDA COSA NON VERAsi legge nel pezzo:
i 3 negozi sono stati costretti ad abbassare anche loro le serrande alle ore 22:00.
Innanzitutto NESSUN PUTRIDO ha MAI chiuso alle 22 in via Vallecamonica (questo lo dico anche perchè una notizia falsa letta dalla gente può indurre a non andare in un posto che invece è APERTO. Inoltre questa affermazione oltre a non essere vera denota anche una certa ignoranza dei fatti. E' vero che in via Valcamonica - via Valsaviore sono presenti 3 fornerie, ma solo 2 sono comprese nell'ordinanza. Come è possibile? Riporto in corsivo la mia ricostruzione dei fatti (il pdf con l'articolo è alla fine di questo post):
l'ordinanza del 7 dicembre scorso riporta nel titolo «misure relative ad attività economiche del complesso commerciale S11 di via Valsaviore - via Valcamonica», ma scorrendo il testo si legge che «il presente provvedimento si applica a tutela dell'area comunale all'interno del complesso commerciale S11 di via Valsaviore e ha validità sperimentale fino al 30 giugno 2011, con possibilità di proroga». Di fatto quindi è esclusa via Valcamonica (citata nel titolo ma non tra le disposizioni), e con essa una terza forneria (cut) in altre parole: le due attività del complesso «a U» che hanno numero civico in via Valsaviore devono obbligatoriamente chiudere alle 22, il loro dirimpettaio, al 29 di via Valcamonica no.Aggiungo, a puro titolo informativo, che le due fornerie interessate sono di proprietà di pakistani, la terza (Frank) di un italiano. Casualità? Ognuno su questo fatto tragga le conclusioni che vuole. Come del resto fanno i diretti interessati nell'articolo pubblicato il 31 gennaio da Bresciaoggi.
Il problema quindi rimane. A Brescia da oltre un mese è attiva un'ordinanza che impone la chiusura dei negozi in due zone della città (il quartiere Carmine e il complesso commerciale di via Valsaviore) alle 22. Se per le attività diurne cambia poco, l'ordinanza diventa invece una sorta di condanna a morte per chi di fatto non fa un euro di fatturato prima delle 23 o di mezzanotte. Al Carmine si ha notizia di una sola multa data (ad un fruttivendolo!) in via Valsaviore i titolari delle due fornerie colpite parlano rispettivamente di 5 e 9 multe.
Curioso infine che in una recente lettera al Giornale di Brescia il vicesindaco Fabio Rolfi parli di:
una certa complicità con situazioni anche più gravi come lo spaccio di stupefacenti
una accusa grave ma poco circostanziata, che di fatto getta fango non tanto su kebabbari, pizzetari o fornai, ma su circa 40 commercianti delle due zone. Se poi invece questa frase è riferita nello specifico a via Valsaviore ed ai proprietari dei "putridi" viene da chiedersi
perchè se c'è una relazione diretta tra il disordine e chi gestisce i locali, la proprietà di una delle due fornerie sia titolare anche di una attività identica, a Sant'Eufemia. Zona più ordinata e fuori dall'ordinanza, dove evidentemente i commercianti come per incanto diventano più buoni, come a natale. Ma evidentemente non era a loro che ci si riferiva.
Del caso si è occupato, con il suo solito stile canzonatorio anche il blog di sarcasmo politico
Murodicani.
QUI potete scaricare il PDF della pagina di Bresciaoggi dedicata all'argomento