domenica 24 ottobre 2010

Una mattina d'autunno (riflessioni sul giallo di Ponte Crotte)



Ieri mattina avevo il turno di cronaca nera. Un passaggio per me abbastanza inusuale, anche se sempre affascinante e ricco di impegno. Mi è toccato il giallo di Ponte Crotte: una donna, probabilmente dell'Est, trovata morta nel Mella.

Ora, su Bresciaoggi.it trovate il mio pezzo. Qui volevo solo aggiungere una mia riflessione. C'è una cosa che mi ha colpito nella storia di questa donna semisconosciuta, probabilmente una badante ucraina, che una mattina esce di casa e non vi fa più ritorno. E' la totale - o quasi - assenza di una storia intorno ad un'esistenza. Non c'è un bar sotto casa a cui chiedere qualcosa di lei, non c'è l'amico d'infanzia e soprattutto non ci sono gli immancabili "sentito dire" de quartiere.

Tanti di noi, ancor più se immigrati, popolano queste città in un semianonimato rotto solo dai documenti in tasca. In assenza di quelli sono nessuno. E' il lato delle convivenze che mi fa paura: l'anonimato, diverso dal camaleontismo. Aspiriamo in tante forme all'immortalità, ma spesso non abbiamo storie che altri possano raccontare per noi nel presente. Viviamo di testimonianze rare e nascoste, e tutto questo genera insicurezza, distanza (pur in quartieri vivi ed affollati), diffidenza. Esistenze nel passato, senza un presente, senza condivisione.

Al punto che se ci pensi, per questa umanità sotto il minimo vitale, in questi individui senza socialità diffusa, ti sembra di trovare quell'unico approdo possibile, in una mattina d'autunno.

2 commenti:

  1. Ciao Giovanni, condivido la tua riflessione e "triste" osservazione della società in cui viviamo. E' il modello sociale che spinge ogni individuo verso questa direzione e pochi hanno il coraggio di opporvisi (per fortuna c'è gente come te che parla di questo con una certa coscienza e dovuta sensibilità). Non esiste più il senso dell'Amicizia (che non é quella che si scambia su FB). Stiamo assistendo da tempo ad un profondo frammischiamento o contaminazione dei valori (soprattutto nel mondo Politico, nel mondo dello sport, nel mondo televisivo, nei media, nelle aziende, nell'economia, nelle famiglie, persino nella religione!). La cosa che DEVE fare più riflettere e che queste persone che "nessuno" conosce o fa finta di conoscere (quasi fossero dei cani randagi), sono quelli esseri umani che accompagnano e sostengono come farebbero dei VERI Amici i nostri Anziani, i nostri Figli, le nostre Aziende, le nostre case, le nostre aziende, i nostri ammalati, .... Queste persone che facciamo entrare nelle nostra vita per aiutarci, meriterebbero un po' piu' di dignità e di rispetto. Ieri ho presenziato al funerale di un Amico, compagno di squadra del Rugby Brescia, scomparso troppo giovane. Da quando é successo il fatto, nel giro di pochi minuti, gli Amici erano stati informati della triste e tragica scomparsa. Questa é la società che conosciamo ed i valori che vogliamo per il nostro paese. Non il forzato individualismo e tanto meno la falsa amicizia di molti. Reinsegnamo con l'esempio cosa significa la vera AMICIZIA e allontaniamo dalla nostra vita, esistenza, società, economica chi si comporta in modo diverso.

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  2. Caro Giovanni,
    se vai al museo ebraico di Berlino tra le altre cose impari quanto l'esilio possa salvare la vita ma sia comunque una esperienza alienante. la sensazione e' resa non con la parola ma architetturalmente tramite un labirinto tra monoliti ortogonali apparentemente "leggibili" dalla mente ma la cui sensazione spaziale e' resa quasi ostile dalla pendenza e dal calpestato instabile. sei in un luogo ordinato e percepibile ma lo percepisci con disagio e insicuro. la badante aveva una storia e un presente, per lei evidentemente reso cosi' insicuro da toglierle in qualche modo la esistenza. le relazioni che lei coltivava sono per noi insondabili perche' noi non siamo integrati nel suo mondo, non abbiamo gli strumenti culturali per comprenderlo e nemmeno le frequentazioni per conoscerlo. vogliamo che l'immigrato si integri ma il mondo, quello si' multietnico, sottostante al nostro e' a noi incognito. se ci entriamo, se lo indaghi come cronista avrai la stessa sensazione di disagio e forse di paura che lei ha avuto. eppure tu sei a casa tua....

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