Alla Cacciamali di Mairano i lavoratori si sono rifiutati di votare un piano di salvataggio (l'azienda è fallita e i loro 145 posti di fatto non esistono più) che avrebbe riattivato 35 posti subito e 90 su 145 entro 24 mesi. La differenza non è da poco. Non c'è stato un no, ma un voto mancato. Perchè? La Fim Cisl la spiega così:
«A Brescia c'è una modalità di confrontarsi e discutere a livello sindacale che fa paura ai lavoratori e alle imprese».
e ancora:
«Gli industriali considerano Brescia una provincia in cui è impossibile investire in progetti importanti e una parte del sindacato sta contribuendo ad allontanare le risorse per il rilancio del territorio».
Ieri la
presa di posizione dell'azienda che avrebbe dovuto riattivare la Cacciamali dopo il fallimento affidato ad un comunicato, che tra le altre cose sottolinea:
La situazione che si è determinata renderebbe imprudente ogni tipo di investimento (preventivato in circa 9 milioni di euro) in quel plesso produttivo e ciò con enorme rammarico per chi, come noi, ha lavorato da mesi al progetto ed ha creduto alla possibilità di ripresa di uno storico marchio del settore bus ed un importante sito produttivo della realtà bresciana.
Solo due piccole considerazioni:
RispondiElimina1) ma "a creduto" non si scrive con la H? "ed a creduto alla possibilità di ripresa"
2) i retroscena dei fallimenti sono spesso "oscuri". In diversi casi è preferibile il fallimento perchè favorisce un possibile "acquirente" di una azienda fallita. Alitalia è uno dei casi più famosi. Il fallito o coloro i quali hanno condotto al fallimento un'azienda non finisce/finiscono mai in galera.
Come al solito chi ci rimette sono i tanti a favore dei pochi.
1. purtroppo era un errore contenuto nel comunicato che avevo ignorato...
RispondiElimina2. detto questo non si capisce perchè i lavoratori non debbano approvare l'ingresso di una nuova realtà del settore che punta a crescere
non è tutto oro quello che luccica,forse perché solo i primi 35 avrebbero avuto un contratto a tempo indeterminato,tutti i restanti rimanevano a carica della curatela è senza nessuno obbligo di assunzione da parte della azienda venivano chiamati in forza quando servivano con contratti determinati.poi possiamo aggiungere che tutti i lavoratori hanno una elevata professionalità è perciò una paga adeguata a loro,la nuova società che tanto vantava la professionalità voleva riassumere gli operai mettendoli tutti a paga base sindacale mantenendo appena il livello di inquadramento,ed azzerando tutti scatti di anzianità,super minimo,ed eliminando premio produzione.è in più flessibilità oraria è obbligo a trasferte.
RispondiEliminaa dimenticavo ci sono anche il discorso delle mensilità arretrate,oltre a quelle che sono nel fallimento che sono gennaio/febbraio/metà Marzo 2010.ci sono altre tre mensilità arretrate della società attuale che a il contratto da affitto.vi ricordo che ce stato un grandissimo sacrificio da parte di tutti gli operai,a non far fermare l'azienda,è non penso che sia giusto assumere solo una parte di quelle persone che anno stretto la cinghia per cercare di dare ancora futuro ad un marchio che ci credevano.ciao
RispondiEliminagrazie per l'intervento che ha aggiunto dati interessanti alla vicenda. tuttavia non si sposta, secondo me, la questione diritti-futuro. meglio diritti senza lavoro o lavoro con meno diritti. non è una scelta facile.
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