
Tre ottimi motivi per lasciare a casa Cassano.
1. Le squadre si costruiscono anche sui valori tecnici dei singoli, ma non solo. Per certi ruoli chiave è indispensabile avere giocatori protagonisti nei top club anzichè leader in società outsider. Meglio avere un panchinaro felice tecnicamente inferiore che un escluso di lusso col muso lungo anche se qualitativamente eccelso. Meglio uno che fa gruppo che un sedicente fenomeno.
2. Ad un giocatore come Cassano, che ha passato almeno 5 anni della sua carriera a sperperare talento, chiederei un tempo altrettanto lungo per dimostrare un cambiamento. Detto questo un conto è giocare nella Samp per un posto in Uefa un conto è puntare al titolo mondiale. Altro conto è fallire con Roma e Real.
3. Applicando il punto numero uno Marcello Lippi ha vinto il mondiale 2006, le sue scelte meritano rispetto e comprensione. Non significa negare il diritto di critica, ma ammettere che prima di attaccare un allenatore vincente di questo livello (l'unico da quel che mi risulta ad essere diventato campione del mondo sia co club che con nazionali), bisogna prima capire quale è la sua logica di fondo applicata in occasione dei trionfi.
Il tuo ragionamento non fa una piega ed è avvalorato anche dal fatto che Cassano non ha certo incantato con l’Italia quando gli si è stata data fiducia (Euro 2008 e anche 2004 anche se nel secondo caso era in realtà stato uno dei pochi a far vedere qualcosa di decente). Il problema però è un altro: se il calcio italiano continuerà a mostrare cotanta mediocrità (Under 21 da mani dei capelli per esempio) per quanto tempo ancora potrà permettersi il lusso di lasciare fuori dalla Nazionale un giocatore di 27 anni che dà del tu al pallone e che con un’illuminazione può cambiare una partita? Lo stesso Lippi, che non è certo un cretino, se ne renderà conto prima o poi
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