Stavolta inizio con una citazione, dal blog di Giorgio Jannis e dal suo post "In Italia c'è pieno di negri". Anzi, in realtà qui mi limito a fare una serie di copiaincolla da alcuni blog che seguo, sul tema dell'immigrazione, giusto per segnarmi, come su un foglio di appunti, alcune idee che faccio mie.
Se avete voglia di leggere un pò qui trovate un interessante pdf, curato tra gli altri da Giuseppe Civati, che cerca di smontare alcuni luoghi comuni sull'immigrazione.
In particolare mi interessa il passaggio su immigrazione e criminalità. La quota di stranieri denunciati sul totale degli stranieri regolari in Italia si ferma al 2% circa. La tesi della corrispondenza tra consistenza numerica degli immigrati e reati da loro commessi è rigettata in una ricerca del 2008 della Banca d’Italia: il numero dei permessi di soggiorno nel periodo 1990-2003 si è quintuplicato, mentre la criminalità ha mostrato una lieve flessione. Il rapporto della Banca d’Italia conclude che «in linea teorica non c'è stato un aumento diretto della criminalità in seguito alle ondate di immigrazione in nessuno dei reati presi in considerazione (reati
contro la persona, contro il patrimonio e traffico di droga)».
In compenso ho apprezzato un bel parallelo fatto da una altro dei blog che seguo quotidianamente: Nonleggerlo. Secondo i dati dell'Istat il tasso di criminalità degli italiani è dello 0,7%. Quello degli stranieri regolari intorno all'1,4% (adoro la statistica: per Repubblica si tratta di un dato "poco superiore" a quello nostrano, ma a ben vedere è anche il doppio). Fortunatamente ci vengono incontro i parlamentari, a garantirci che i negri non sono così pericolosi.
Se infatti sommiamo tutti i reati otteniamo un totale di 66 parlamentari su 945 tra condannati e prescritti. Il 7%. Ovvero circa 70 delinquenti su 1000, contro i 7 italiani "generici" su mille ed i 14 immigrati su 1.000.